Ogni Paese, ogni nazione, ogni comunità, vanta un insieme di usanze, di percorsi e tradizioni che costituiscono e sono il suo patrimonio culturale, il suo modo di essere, la sua identità, il suo atomo fondante.
Volerli ridimensionare o, addirittura, volerne fare tabula rasa (quando non si tratterà di acquisizioni coercitive, antidemocratiche e violente) è, da parte dell’elemento esterno, una posizione di tipo colonialistico, da rifiutare e respingere.
Ogni atteggiamento diverso e distante dall’accettazione, “senza se e senza ma”, dell’Altro-ospitante, si collocherà dunque in un’ottica imperialistica e bellicosa, che la democrazia dovrà denunciare e combattere, con ogni mezzo e con ogni risorsa.
Sia dialogo, non monologo
