Meteor Crater, uno dei crateri da impatto più famosi al mondo. Canyon Diablo è il nome dato alla serie di frammenti del meteoroide caduto in situ quasi 50mila anni fa.
I ricercatori dell’Arizona State University sono appena usciti con un interessante paper su Nature Communications, a spiegare che quello che pensavamo essere un super cristallo – la lonsdaleite – invece si è rivelato un comune diamante schiacciato, modellato, pigiato durante l’impatto di un asteroide a Terra.
Scienziati e geologi hanno sostenuto per quasi 50 anni l’esistenza di un minerale dalla struttura simile al diamante e chiamato lonsdaleite. Una storia iniziata durante le analisi presso il gigantesco cratere da impatto nell’Arizona settentrionale, il Meteor Crater, quando furono raccolti campioni di una nuova forma di diamante dalla struttura esagonale. Descritto come un minerale originatosi durante il violento impatto del meteoroide a Terra, venne classificato come lonsdaleite in onore della celebre cristallografa Dame Kathleen Lonsdale.
Da allora la lonsdaleite è stata ampiamente utilizzata in ricerca: come indicatore nello studio dei crateri da impatto, compresi quelli legati alle teorie di estinzione di massa. Si è anche pensato avesse proprietà meccaniche superiori a quelle del diamante comune, cosa che gli ha fatto guadagnare punti nell’ambito delle applicazioni industriali. Un vero e proprio caso di studio che ha appassionato geologi, ricercatori, esperti, senza che però – perché c’è un però – il cristallo allo stato puro fosse mai stato trovato fra i reperti analizzati.
E allora ecco l’uovo di Colombo: il cristallo non esiste. È un semplice diamante spiaccicato. «La lonsdaleite è un comune diamante, pieno di difetti», spiega Péter Németh, ricercatore presso il Research Centre of Natural Sciences della Hungarian Academy of Sciences e primo autore dello studio.
Diamante e Lonsdaleite a confronto. Entrambi costituiti da atomi di carbonio in struttura tetraedrica. Crediti: Péter Németh.
«Si tratta di una deformazione del cristallo di diamante che si verifica in condizioni estreme, come quelle di un impatto da meteorite a Terra. È allora che il cristallo acquista plasticità e assume uno sviluppo deformato», prosegue Németh.
Grazie all’analisi al microscopio elettronico, l’équipe del Center for Solid State Science, Arizona State University, ha ricostruito la struttura atomica dei campioni di cristallo ritrovati nel Meteor Crater. «La maggior parte dei cristalli rispetta strutture regolari. Possono però verificarsi interruzioni nello schema, come all’interno di una fila di mattoni sul muro. Se anche solo uno è leggermente spostato rispetto alla geometria generale, ecco tutto prende una nuova forma. È così che otteniamo la lonsdaleite», spiega Peter Buseck, ricercatore ASU.
Una scoperta che non lascia indifferente la comunità scientifica, che ora si ritrova con una mole di lavoro da buttare alle ortiche: ricerche dalle premesse errate e studi da rifare daccapo. Confermate invece le straordinarie capacità meccaniche: siamo di fronte a un prodotto di eccezionale durezza.
Fonte: Media INAF | Scritto da Davide Coero Borga