Care e cari Janeite, che cosa vi viene in mente se dico "diario"?Che domanda... Henry Tilney, gran maestro d'ironia e di muliebri virtù! - che in un posto mondanissimo come le Lower Rooms di Bath diverte se stesso e la sua giovane e ingenua dama Catherine (che ha appena osato insinuare "Ma, forse, non tengo un diario") con una breve ma accurata descrizione dell'utilità propedeutica del diario:
Non tenere un diario! Come fa la vostra cugina lontana a sapere il tipo di vita che fate a Bath senza un diario? Come possono essere riferite a dovere le cortesie e i complimenti di tutti i giorni, se non le si annota ogni sera in un diario? Come ricordarsi i vestiti indossati, e lo stato particolare della carnagione, e come descrivere tutte le sfumature dell'acconciatura dei vostri capelli, senza fare costante ricorso a un diario? Mia cara signorina, non sono così all'oscuro delle abitudini delle giovani signore come vorreste credermi; è quest'uso delizioso di tenere un diario che contribuisce a gran parte dello stile fluente nello scrivere per il quale le signore sono così generalmente celebrate. Lo sanno tutti che il talento di scrivere lettere piacevoli è tipicamente femminile. La natura può entrarci qualcosa, ma sono certo che dev'essere assistito concretamente dall'abitudine a tenere un diario. (L'Abbazia di Northanger, cap. III)Jane Austen, nascosta dietro al suo Henry, si prende gioco della gabbia sociale in cui l'arte dello scrivere al femminile è stata ingabbiata e, nel farlo, ci regala un quadro perfetto di questo particolare strumento di autoconoscenza e creatività: il diario.
Jane al suo scrittoio (da Miss Austen Regrets)
Ma Jane – che scriveva come respirava, cioè in modo del tutto naturale e vitale, raccontando e analizzando se stessa e la realtà che la circondava – aveva un diario? Non lo sappiamo per certo, nessun diario di Jane Austen è arrivato fino a noi e nelle lettere o nelle biografie familiari non ci sono accenni espliciti a questa consuetudine, anche se non fatichiamo a immaginare Jane intenta a scirvere un diario.Come sempre accade in questi casi, la nostra affettuosa fantasia colma la dolorosa lacuna: basti pensare a due esempi famosi come i romanzi di Syrie James o Stephanie Barron.
Oggi vi invito a scoprire un libro italianissimo Caro diario ti scrivo che, grazie a Patrizia Rinaldi e Nadia Terranova, immagina alcune pagine dei diari di sei grandi scrittrici, colte nei loro dodici anni, nel momento in cui cominciano a scoprire il mondo anche attraverso quella meravigliosa magia che è la scrittura: Matilde Serao (ovvero L'amore o qualcosa di simile), Beatrix Potter (ovvero La parola può tutto), Anna Maria Ortese (ovvero Dov'è casa mia?), Emily Dickinson (ovvero Vivere con la timidezza), Silvina Ocampo (ovvero Diventare forza fantastica) e - scusate se sono così spudoratamente di parte - dulcis in fundo Jane Austen. Ovvero: L'anticonformismo.
Acquerello che raffigura una giovane Fanny Knight, nipote di Jane
E' Nadia Terranova ad entrare nei panni della dodicenne Jane che scrive il diario e fin dalle prime righe è evidente che la conosce bene e la ama da sempre.
Sceglie di iniziare creando una scena del tutto plausibile. Jane ha appena ricevuto il diario come regalo di compleanno da Cassandra, che glielo ha anche decorato ad acquerello, e inizia a scriverlo proprio rivolgendosi a lei, l'amatissima sorella maggiore, "Cara Cassandra".
My dear Cassandra...
Bastano queste poche righe per sentire risuonare alcuni dettagli familiari a chi frequenta Jane Austen.Innanzitutto, le vere lettere di Jane a Cassandra, splendida cronaca delle sue giornate ed espressione dei suoi pensieri, che qui diventano assai opportunamente il suo diario. Anzi, no, per la precisione:
Il mio diario sei tu, sorella mia. E' a te che parlo e scrivo, è per te che cercherò di capire cosa ci può essere diinteressante nelle mie giornate che mi sembrano così banali e qualsiasi.O il disegno, uno dei passatempi preferiti della sorella maggiore, che ci ricorda come lei, e lei sola, sia l'autrice degli unici due ritratti autentici di Jane.
O, Cassandra, il tuo gusto per gli acquerelli!
Il famoso ritratto di Jane che Cassandra eseguì a matita e acquerello, intorno al 1810
Ancora, l'accenno alla severità di Mrs. Austen verso il loro rapporto così simbiotico:
Eh, la mamma, che sempre più spesso alza gli occhi al cielo ed esclama "Queste due figlie, più che sorelle sembrano gemelle!"che riprende perfettamente la realtà, così come racconta James Edward Austen-Leigh nella prima biografia ufficiale di Jane (Ricordo di Jane Austen, cap.1: la madre disse che "se a Cassandra avessero tagliato la testa, Jane avrebbe insistito per condividere il suo destino.").
Famosa silhouette di Cassandra Austen
In breve, in questo accenno di diario della dodicenne Jane la realtà adulta contenuta nelle lettere e nei memoir familiari che conosciamo si intreccia mirabilmente con la costruzione della fantasia creata ex novo da Nadia Terranova.Qui troviamo già la Jane modesta, schiva, che sminuisce la propria importanza, ma anche quella impetuosa, determinata, con le idee chiare che abbiamo imparato ad ammirare e apprezzare nelle sue opere.Il banco di prova è, ovviamente, l'amore. Ma non solo. La vita. E persino la condizione femminile.Sì, perché Jane riflette sul caso di un'amica di famiglia che deve sposarsi con un ottimo partito e che, a ben guardare (e Jane li ha osservati, eccome, i due fidanzati seduti uno accanto all'altra in chiesa), non appare affatto felice come la nuova cameriera quando parla con il fattorino (ah, quelle gote rosse!).Sa che ci sono dei doveri precisi e delle convenienze da rispettare nello sposarsi ma Jane non può fare a meno di chiedersi (e chiedere a Cassandra, attraverso la pagina scritta)
se questo amore enorme di cui leggiamo nella Bibbia e nei romanzi di papà diventi poi così trascurabile nel momento in cui dobbiamo sposarci, smettendo improvvisamente di essere il motore che muove il sole e le altre stelle, come scriveva quel poeta italiano.
Mr e Mrs Collins (da Pride and Prejudice, BBC 1995)
Ci saranno altre piccole grandi scoperte che muoveranno l'animo inquieto di Jane a scrivere a Cassandra, suo diario vivente, e ve le lascerò scoprire senza rivelare altro. Posso solo aggiungere che, pur nella sua brevità, questo frammento di diario immaginario ci restituisce appieno la complicità tra sorelle, l'ambiente familiare di casa Austen a Steventon e la personalità di una giovanissima, arguta Jane.
Vi ricordo che questo libro Caro diario ti scrivo fa parte di una collana dedicata alle giovanissime lettrici, "Ragazze come te", della casa editrice Sonda e che, oltre alle pagine dei diari, per ognuna delle sei scrittrici troviamo una pagina che ne racconta la vita ed una pagina con alcune curiosità su di loro nonché la motivazione che ha spinto le due autrici Patrizia e Nadia a cimentarsi con questi diari immaginari.
Leggetelo a prescindere dall'età che avete e anche dall'amore per Jane Austen perché è un vero gioiellino. E soprattutto non esitate a regalarlo alle giovanissime che avete intorno a voi e a cui volete bene perché, anche se ancora loro non lo possono sapere e voi stesse ne avete solo una vaga impressione, farete loro un favore, di quelli che aiutano le piccole donne a crescere bene. Anzi, già che ci siete, provate a leggerlo con loro.
Jane (al centro) e Cassandra (a destra) insieme alla nipote Fanny (da Miss Austen Regrets)
In chiusura, vorrei ringraziare Nadia Terranova che mi ha dato la possibilità di scoprire questo piccolo libro facendomi un grande regalo. A lei e a Patrizia Rinaldi rivolgo i miei complimenti per questa idea, ottimamente realizzata, allargandoli anche alla casa editrice Sonda che ha avuto la lungimiranza e la sensibilità di renderla possibile.
Per saperne di più:
☞ la pagina del libro sul sito della casa editrice Sonda
☞ il libro su IBS
☞ la biografia di Nadia Terranova su Wuz
Nota:
☞ I brani citati da L'Abbazia di Northanger e Ricordo di Jane Austen sono tratti da www.jausten.it