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Il Diario di Lucy: Capitolo VI. La sfida parte prima.

Creato il 09 maggio 2012 da Rvassallo @RVassallo

Che cosa eccita di più il cacciatore se non l’odore della preda che sfuggitali si nasconde nella sua tana. Che cosa stimola l’istinto di un uomo quando si sente burlato da colei che aveva deriso?
Lo avevano sempre chiamato “il boss”, l’uomo che come diceva lui si era “eretto” da sé. Alto e dall’aspetto imponente, si ostinava a vestirsi come un giovanotto e nonostante avesse superato la da un pezzo la sessantina, ostentava il suo fisico asciutto merito di anni di palestra e come soleva ribadire dal tanto sano sesso quotidiano. Dalla voce alta e la parlata sciolta quanto scurrile, infarciva i suoi discorsi mischiando tiritere in latino a italianissime volgarità. Sin dall’inizio e cioè da quando Lucy era arrivata a lavorare in quell’ufficio, “il boss” aveva preso sotto tiro la povera ragazza vessandola ogni volta ne avesse avuto la possibilità, tanto da portarla sull’orlo di una crisi di nervi, tutto durò sino a quando quel batuffolo bagnato finalmente prese coscienza di sé.

Lucy aspettò un bel po’ prima di risponde alla chiama del boss tanto che quest’ultimo dovette chiamarla per ben altre due volte prima che la ragazza si decidesse di rispondere. “Vieni qui”fu il suo perentorio comando, la ragazza ingenuamente si guardò attorno, poi con fare malizioso disse con foce ferma “dici a me”?

La logica maschile è come l’acqua che sgorga da una fonte e sai che è bagnata. Lui le fece cenno di sedersi e lei si sedette ma nel farlo “distrattamente” scostò la sedia dalla scrivania in modo che il boss potesse assaporarsi lo spettacolo che stava mettendo in scena, lentamente accavallò le gambe facendo sì che la minigonna le mostrasse in tutto il loro splendore e lasciandole nude allo sguardo di chi osservava. Lucy si sentì gli occhi del boss appiccicati addosso che le stavano frugando dappertutto, lei approfittò dell’occasione per assestare un altro colpo all’albero che stava per cedere, facendo finta di sistemarsi una scarpa si chinò a tal punto che le scollatura della sua maglia a mostrasse i suoi seni nudi, la ragazza quando rialzò la testa di scatto, ebbe anche il tempo di assaporare quell’espressione ebete che di solito hanno gli uomini quando vedono uno spettacolo simile.

Il Diario di Lucy: Capitolo VI. La sfida parte prima.
Lui cominciò quindi a inondarla di parole, in mezzo quell’afflusso di vocaboli sparsi a caso, le parse addirittura di sentire dei complimenti, che buffo che era, atteggiarsi a gallo cedrone, che fa la sua danza di corteggiamento dinanzi alla pollastrella di turno, poi il boss d’un tratto si fece più vicino e ovviamente più sfacciato, le belle parole avevano lasciato il posto alle ovvie sconcezze cui era abituata, vedeva le sue mani avvicinarsi pericolosamente alle sue gambe, sentiva il suo fiato pesante sul viso e quasi l’assalì un conato di vomito. Lui le stava volando attorno come un condor in attesa di balzare sulla preda, per un attimo aveva avuto l’idea di alzarsi di scatto e di andarsene come aveva sempre fatto del resto in questi casi, poi comprese che se vendetta doveva essere, lo doveva essere fino in fondo.

Quindi andò avanti, lasciò che il boss proseguisse nel suo corteggiamento, lasciò anche che le sue mani si posassero sulle spalle e sulle gambe, sentì attorno a sé quell’aria di eccitazione che c’è quando il cacciatore pensa di aver ucciso la preda e ne pregusta il trionfo, ma i giochi erano ben lungi dall’essere fatti.

Accettò anche l’invito a cena e decise che quello era il momento, di chiudere la partita forse in modo definitivo.



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