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Il Diario di Lucy: Capitolo VII. La sfida ultima parte.

Creato il 11 maggio 2012 da Rvassallo @RVassallo

Com’era da immaginarselo il posto scelto per il “sacrificio” della giovane preda, non somigliava certo un ristorante di lusso e forse neanche una trattoria, ma a una misera tavola calda che distava  poco distante dal posto di lavoro, tanto è vero che i due raggiunsero il locale a piedi. Lo sguardo d’intesa del cameriere al boss la diceva lunga sulla reputazione che aveva quel posto e a guardare i tavoli miseramente apparecchiati si poteva intuire anche il tipo di cucina servita e per concludere il delizioso quadretto ecco il tavolino riservato lontano da guardi indiscreti.

Tutto come da copione, lui che con un atto di cavalleria le scosta la sedia per farla accomodare, non mancando però di dare una sbirciatina al decolté, l’immancabile candela cha pareva essere stata presa in prestito dalla chiesa di fronte per dare atmosfera, e dulcis in fundo il menù il lingua francese.

Come un consumato sommelier, il boss ordina per tutti e due dimenticando in un sol botto la cavalleria poco prima dimostrata, ma tutta quella prosopopea si sgonfia quando sulla tavola arrivano i piatti e come se non bastasse, giungono pure le amate colleghe all’unisono per godersi lo spettacolo.

Lucy non è una sprovveduta, nel suo piccolo è un’ottima cuoca e riconosce a naso il cibo precotto e riscaldato, non frequenta certo ristoranti di lusso, ma sa riconoscere gli scampi freschi dai gamberi scongelati, sa la differenza tra un buon vino e uno che sa di tappo, discerne con facilità ciò che è da quello per cui è spacciato, ma fa finta di nulla e attende con pazienza la prossima mossa che comunque non tarda ad arrivare.

Ben presto i convenevoli lasciano il posto alle avances, e più “lui” si fa forte bevendo, più gli approcci si fanno pesanti, lei invece incassa come un pugile di provata esperienza che sa quando è il momento di affondate il diretto che metterà ko il suo avversario.

Lui non demorde e toltasi una scarpa affonda il suo piede in mezzo alle gambe di lei cercando di carezzarle il pube.

Non una smorfia intacca il viso di Lucy, neanche quando goffamente tenta di introdurre l’alluce tra le sue mutandine, ma allungando troppo la gamba finisce per perdere l’equilibrio piombando a terra con un gran tonfo e nel goffo tentativo di non cadere si aggrappa alla tovaglia rovinando tutto sul pavimento.

Grande Lucy, con freddezza attende qualche istante, poi si alza e con nonchalance, chiama il cameriere: Il conto per favore…ha! Naturalmente paga il signore, quando si sarà risistemato del tutto, e detto ciò se ne và.

Un applauso fragoroso è intonato in fondo alla sala, curiosa Lucy si gira per vedere da dove proviene quell’encomio e sorpresa  quando vede che quel battimano arriva proprio dal tavolo dove avevano preso posto le sue “amate”colleghe, un’aria di incommensurabile soddisfazione le illumina il volto…

…taxi! E come nei film si avvia verso casa e d’ora in avanti Lucy non avrebbe mai più avuto paura del giorno dopo.

 




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