Il Diario di Lucy: Capitolo XVII. Tutto è un attimo.

Creato il 31 maggio 2012 da Rvassallo @RVassallo

Non è il solito locale dove il chiasso della musica fa da barriera alle parole e i drink sono un viagra contro i tabù e non è neanche quel tipo di posto dove la gente va per sballare e dimenticarsi della realtà anche se solo per una notte, è invece quello che si direbbe un posto fuori mano all’aperto .

Domenica mattina e il sole si è appena svegliato e con esso Lucy. Erano anni che non si svegliava con le prime luci dell’alba perché di solito era con l’alba che andava a dormire.

Una gita, la moto, il mangiare al sacco, tutte cose cui aveva dimenticato il sapore, il ritornare per un attimo ragazzina e già si assapora la vita; la curiosità la pervade, il non curarsi troppo dell’abbigliamento, del trucco e il solo fatto di andare e divertirsi la eccita.

 L’amica Valentina è già giù che l’aspetta, jeans e scarpe da ginnastica anche per lei, e per Lucy un appuntamento al buio.

 Il rombo di due motociclette infastidisce la quiete di una tranquilla Domenica mattina mentre due sorrisi appaiono da sotto due caschi luccicanti.

Una breve presentazione e i quattro si preparano a partire. Già da quelle poche parole Lucy capisce che chi ha davanti non sono i soliti uomini che fino a ora ha incontrato, di uno è piacevolmente colpita nonostante si ben più grande di lei.

“Lui” ha i capelli lunghi color sale e pepe, veste di jeans, ha gli occhi malinconici ma la parola sicura e semplice, è cordiale e sapendo che davanti a lui c’è una ragazza molto più giovane non si atteggia a uomo vissuto, né vuole fare colpo su di lei, né fa la parte di un padre che vuole proteggere la sua bimba, ma come un amico che ritornava dopo tanto tempo.

 Nessuno dice nulla, ma tu già sai piccola Lucy che andrai in moto con “lui”.

 L’interfono vi separa dal mondo esterno, i discorsi prima futili d’incanto cambiano e ognuno racconta un poco di sé.

La moto corre e la strada potrebbe anche non esistere, gli amici sono già lontani e la meta è ben lungi dall’essere raggiunta.

 Un caffè, una piccola pausa, l’assaporarsi di qui momenti cui avevi perso il gusto, le risate e solo adesso ti ricordi che mai nessun uomo ti aveva fatto ridere come adesso, così di gioia.

 Dolceacqua è borgo medievale del ponente ligure in provincia di Imperia ed è in quell’incantevole posto sospeso tra il presente e il passato, che i quattro decidono di fare sosta.

Mangiare un panino sopra le sponde di un antico ponte, raccontarsi favole inventate, bere acqua dalla fontana, giocare come bambini a re e regine e cavalieri senza macchia né paura, lasciare che il tempo scivoli addosso, vivere e respirare la vita a pieni polmoni e poi la sera sulla strada di casa, una pizza al volo mangiata sul ciglio della strada e quella foto rubata al tramonto e poi a casa e lui che non ti chiede nulla, che a malapena sa come ti chiami, poi solo il ricordo di una bella giornata, semplice come non ti accadeva da tanto tempo.



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