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Recensione: "I misteri di Chalk Hill" di Susanne Goga

Creato il 21 giugno 2015 da Elisa_antoinette
Recensione: misteri Chalk HillTitolo: I misteri di Chalk Hill
Titolo originale: Der verbotene Fluss
Autore: Susanne Goga
Editore: Giunti
Pagine: 416
Prezzo:
Data di uscita: 6 maggio 2015
Sinossi: Con I misteri di Chalk Hill Susanne Goga riesce a fondere due generi letterari, il thriller e il romanzo storico collocando l'intera vicenda sulle colline del Surrey alla fine dell'Ottocento. Quando Charlotte vi approda per la prima volta e si trova davanti alla splendida tenuta di Chalk Hill rimane senza fiato: l’imponente villa, sormontata da una torretta e circondata da alberi secolari, è il luogo più affascinante che abbia mai visto. Qui potrà finalmente iniziare una nuova vita, dopo aver lasciato Berlino a causa di uno scandalo che ha compromesso la sua reputazione di istitutrice. Chiamata a occuparsi della piccola Emily, Charlotte si rende subito conto che una strana atmosfera di mistero aleggia sulla casa: la quiete è quasi irreale, il papà di Emily è gelido e altezzoso, la bambina è tormentata ogni notte da terribili incubi e dice di vedere la madre, scomparsa un anno prima in circostanze misteriose. L’affetto per Emily spinge Charlotte a voler capire cosa stia succedendo a Chalk Hill, ma nessuno dei domestici osa rompere il silenzio imposto dal vedovo sulla morte di Lady Ellen. Solo con l’aiuto dell’affascinante giornalista Thomas Ashdown, Charlotte si avvicina alla verità, una verità sconvolgente, ben sepolta tra il mistero e il romanticismo di quelle antiche mura.
La mia recensione★★★★Durante la lettura di questo romanzo sono stata attraversata da sentimenti un po' contrastanti.
Sin dall'inizio mi sono aspettata quella storia intrigante che ci viene promessa nella quarta di copertina ma che però è tardata ad arrivare.
La prima metà del libro infatti è narrata con uno stile lento e utilizzando termini che ben varie volte mi sono chiesta se questo sia o meno un libro per bambini: infatti, i momenti che vedono protagoniste Emily e la sua istitutrice Charlotte rasentano a volte l'infantilismo. Più e più volte ci troviamo difronte a "la piccola era raggiante", "la piccola e la sua bambola", "temevo che da un momento all'altro la piccola scoppiasse a piangere": certo, per un bambino di otto anni dei giorni d'oggi ci si potrebbe aspettare di dover usare nei suoi confronti simili termini, ma considerato che all'epoca in cui è ambientata questa storia a sedici anni si era già in età da matrimonio, a otto ci si sarebbe aspettata una maturità in più rispetto a quella letta in questo libro.
Ad ogni modo, passata la fase noiosa e lenta della prima metà, si arriva finalmente alla storia vera e propria che, devo ammettere, è ricca di mistero e fascino sino alla fine.
L'autrice, infatti, non lascia trapelare nulla se non nelle ultime pagine quando ci viene svelato il mistero che è aleggiato per tutto il corso della narrazione: più volte mi sono chiesta e ho fatto varie supposizioni circa quello che stava accadendo ai protagonisti, ma soltanto quasi alla fine ho potuto formulare una "tesi" che si avvicinasse a quella pensata dall'autrice.
Il libro è disseminato di indizi che a primo acchito sembrano insignificanti, ma che soltanto arrivati ad un certo punto delle vicende risultano essere utili: devo dire che l'autrice è stata molto brava a mascherare la loro importanza, anche se in alcuni punti mi son chiesta "vuoi vedere che questo oggetto ha qualcosa a che fare col mistero"? Il velo di omertà e segretezza steso sopra tutto il racconto è, infatti, privo di buchi e non lascia trapelare proprio nulla.
Sin da subito il romanzo è diviso in due filoni di narrazione diversi, i quali hanno per protagonisti dapprima, in uno, l'istitutrice Charlotte e poi, nel secondo, tale Tom Ashdown: ci si chiede infatti più volte quale ruolo abbia il secondo all'interno di tutta la vicenda. Non tardiamo però a ricevere risposta poichè, da due, la narrazione diventa unica mescolando e incastrando la storia di uno nelle vicende dell'altro e viceversa fino a creare un racconto unico che non fa una piega.
Disseminata di personaggi reali e immaginati, questo romanzo è nato prendendo ispirazione, come la stessa autrice ci spiega nella postfazione, da Jane Eyre di Charlotte Bronte e arricchendolo con storie di fantasmi e medium sino a creare un thriller storico che - nonostante lo stile narrativo un po' lento e semplice - incute lo stesso nel lettore una certa ansia soprattutto nelle scene notturne.
Soltanto nella scelta del titolo della versione italiana mi riservo la critica più amara: capisco che tradurlo alla lettera con "Il fiume proibito" sarebbe suonato un po' strano, ma anche con il banalissimo e ormai obsoleto "I misteri di Tiziocaio" non si è risultati originali. Dal momento che il fiume del titolo gioca un ruolo molto importante all'interno del libro, e lo si capisce già dai primi capitoli, avrei preferito si fosse optato per un titolo che mantenesse quell'idea. Purtroppo però noi lettori non veniamo sempre accontentati in tutto. Nonostante questo, bel libro e bella storia, consigliato agli amanti del genere classico e un po' misterioso e delle storie ambientate nella campagna inglese ottocentesca.

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