il diario di Polacchia, parte terza: sacro e profano

Da Guchippai

in vita mia mi sono toccati Lourdes, Fatima e Loreto: vuoi che mi faccia mancare Czestochowa? ma anche sì, solo che non ho scampo. partiamo come al solito da Pszczyna e, a parte il tempo capriccioso, sembra che questa volta ce la possiamo cavare in meno tempo. lungo la via, attraversiamo foreste costellate di venditori di funghi e frutti di bosco, autostoppisti (uno, molto spiritoso, regge un cartello con scritto Las Vegas... mi spiace che in macchina lui e il suo enorme zaino non ci entrino, sennò lo avrei caricato volentieri, che era pure carino!) e un paio di puttane (del resto la strada è molto trafficata e piena di camion). arrivati alla periferia di Czestochowa però ci incartiamo di nuovo. sfiliamo l'uscita giusta, indicata a tradimento, e così proseguiamo nella speranza di trovare un'altra indicazione per il centro, e invece no: finisce che attraversiamo tutta la città e poichè siamo su una strada a doppia corsia con lo spartitraffico che impedisce quindi l'inversione ad U, dobbiamo aspettare di avere il culo di imbatterci in un cantiere per riuscire finalmente a tornare indietro. ripercorrendo la stessa strada a ritroso, ci pare logico trovare un'uscita per il centro... e invece no! quindi ci tocca di nuovo sprecare chilometri cercando un punto in cui sia possibile fare inversione... comincio a pensare che questi polacchi non siano tourist-frieldly XD tra le vie di Czestochowa, non si trovano più indicazioni per il benedetto santuario: dico, è il centro spirituale del paese, una freccia ogni tanto no? insomma, di nuovo la raggiungiamo per puro culo. il santuario è dedicato alla Madonna Nera e, come m'informa Wikipedia, è meta di un massiccio pellegrinaggio; difatti dentro sta pieno di gente di nazionalità diversa (italiani compresi) e c'è una messa a ogni cantone. 

un marciapiede che appare sterminatamente lungo arriva fino al santuario


veduta laterale del santuario; in basso a destra si notano delle gigantografie di
Giovanni Paolo II (che, come il prezzemolo, spunta in ogni dove in Polonia)


scorcio del santuario dall'interno della cittadella

a dire la verità, il complesso non mi entusiasma particolarmente; è costruito come una cittadella sulla cima di una collinetta, ma si perde nel marasma della città. la famosa Madonna la vediamo di sfuggita durante una messa, perchè quando la messa non viene celebrata, gli sportelli che coprono l'immagine vengono richiusi. infatti l'interno della chiesa, benchè cattolica, ricorda l'architettura ortodossa. ciò che mi colpisce è la vista di gente gettata in ginocchio sul pavimento, oltre che la concentrazione e il silenzio. del resto si sa che i polacchi sono un popolo molto religioso, anche quando siamo per strada incontriamo moltissime edicole sacre. conclusa la visita del santuario, si è fatta ora di pranzo e si è pure messo a piovere. il nostro sguardo viene attirato dalla pubblicità di una torta all'ingresso di un bar, così entriamo e constatiamo che vengono serviti anche pasti veloci. oltre alla torta, che in seguito scopriamo essere la Papieska Kremowka, famosa perchè era la preferita di Giovanni Paolo II e che di fatto è una variante della millefoglie, ci scrafazziamo di nuovo degli ottimi pierogi. riprendiamo la strada intenzionati a visitare un altro paese, ma dei lavori stradali ci costringono a una deviazione che ci fa perdere un'ora, e visto che intanto la pioggia è aumentata optiamo per filarcene dritti in hotel e svaccarci un po' prima di cena. questa deviazione, ancora una volta, ci mostra il volto fatiscente della città, dopo che abbiamo visto centri commerciali scintillanti, svincoli giganteschi e palazzoni freschi di restauro. sì, decisamente un paese di contrasti.

rientro sotto la pioggia



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