Sarah Jio è nata e cresciuta a Seattle, dove vive tuttora. Laureata in Giornalismo, ha scritto per numerose testate, tra cui Marie Claire, The Seattle Times, Health e The Oprah Magazine. Attualmente è la blogger ufficiale della sezione salute e benessere di Glamour.com. Il suo primo romanzo, Il diario di velluto cremisi, è stato un successo clamoroso di pubblico e critica, al punto che il Library Journal lo ha eletto miglior libro dell’anno.
Sito: Sarah Jio
Titolo: Il diario di velluto cremisi
Autore: Sarah Jio (Traduttore: M. Dompè/ A. Rincori)
Serie: //
Edito da: Nord (Collana: //)
Prezzo: 16.60 €
Genere: Romanzo
Pagine: 336 p.
Voto:
Trama: È ormai notte quando Emily sale sul traghetto per Bainbridge Island, poche miglia al largo di Seattle. Davanti a sé, le luci dell’isola la accolgono come un abbraccio. Quel luogo è sempre stato il suo rifugio, la sua oasi di tranquillità, ed è quindi il posto ideale per dimenticare, per lasciarsi alle spalle le carte del divorzio appena firmate, il romanzo che il suo editore attende con ansia, ma che lei non ha ancora scritto, e l’oceano di rimpianti che la opprime. Così, per qualche tempo, sarà di nuovo ospite dell’anziana zia Bee, nella casa in cui, da ragazzina, ha trascorso lunghe estati luminose e spensierate. E proprio in quella grande casa, piena di fotografie in bianco e nero e di stanze chiuse a chiave, Emily scopre qualcosa che cambierà per sempre il suo destino: un diario con una consunta copertina di velluto cremisi, in cui una donna di nome Esther racconta la sua storia d’amore con Elliot, una storia che risale al 1943, avvincente e tragica, esaltante e impossibile. Ma chi sono Esther e Elliot? Sono esistiti davvero? E perché quel diario si trova lì, in casa di zia Bee? Nessuno sembra disposto ad aiutare Emily a far luce sul mistero; anzi, di fronte alle sue domande, tutti si chiudono in un ostinato silenzio. Ma, per Emily, capire cosa sia accaduto a quella donna – così lontana eppure così simile a lei – diventa una ragione di vita. Come se dipanare quell’antica rete di passioni e tradimenti fosse l’unico modo per ricominciare a sperare. Come se il segreto nascosto tra le pagine di quel diario la riguardasse molto da vicino…
Recensione
di CriCra
“Avevo la sensazione che tutte le persone sull’isola
custodissero un segreto e che nessuno avesse
l’intenzione di condividerlo con me”
Il diario di velluto cremisi, scritto dalle abili mani dell’autrice Sarah Jio, è un libro che ci parla di amore. Di amore quello con la A maiuscola. Di un amore che, ogni volta, è pronto a saltare ogni ostacolo e continuare la sua corsa infinita.
Nel libro conosceremo la storia della protagonista principale, Emily, e di conseguenza di tutti gli altri personaggi che ne faranno parte, tutti importanti e strettamente concatenati tra di loro. Emily è una scrittrice con al suo attivo la pubblicazione di un “best seller” difficile da eguagliare. Il classico “blocco dello scrittore” la perseguita. A complicare maggiormente le cose ci si mette di mezzo il tradimento del marito. Decidendo di voler dare un taglio netto a questa disastrosa pagina della sua vita, lascia New York e parte per recarsi in quel luogo che a distanza di tanti anni le riporta alla mente solo bei ricordi.
La sua meta è Bainbridge Island, una località vicino Seattle, nella casa di sua zia Bee, un anziana signora, molto arzilla e attiva per la sua età. Legata ai suoi ricordi e scrupolosa nel mantenere le sue abitudini quotidiane. Emily scoprirà molto presto quanti misteri nascondono i ricordi di questa donna. O per meglio dire, quanti segreti circondano tutta la sua famiglia.
Era sempre stata una donna testarda, e io avevo imparato
molto tempo prima a interpretare i suoi segnali.
Se non voleva continuare quel discorso,
nessuno le avrebbe fatto cambiare idea.
Non in quel momento.
Agli occhi del lettore apparirà chiaramente come la storia di Emily scorrerà di pari passo a quella di una misteriosa donna, autrice di un diario dalla copertina di velluto cremisi, trovato in un cassetto della sua stanza. Chi era Esther Johnson, autrice di questo diario? E chi era Elliott, l’uomo che questa fantomatica Esther dice di amare tanto? Perché zia Bee continua a fingere di non saperne niente?
Attraverso questo misterioso diario, Emily vivrà in simbiosi la vita di Esther. Incontrerà un altro uomo capace di farle palpitare nuovamente il cuore. Condividerà i suoi pensieri, i giorni belli e quelli brutti. Un amore grande, ricco di speranze andate in frantumi in un solo tragico attimo. E come d’incanto ci ritroveremo a condividere le parole usate dalla stessa Emily: “è come se stessi cercando di ricomporre un puzzle e tutti mi nascondessero i pezzi.”
L’autrice ha dimostrato di possedere uno stile accattivante e al tempo stesso semplice e cristallino. È riuscita a creare un romanzo intenso, dolce e malinconico. Contemporaneamente lo ha arricchito con un velato tocco di colore rosso come la passione, e un pizzico di giallo, per evidenziare il mistero che si cela all’interno della storia e nella vita dei suoi personaggi.
Spesso le persone non sono come appaiono.
L’isola della mia infanzia aveva superato le tempeste
più violente, ma in quel momento era immersa
in nere nuvole di segreti.
Questo libro è stato fonte di grandi riflessioni per me, come ad esempio quanto la vita possa essere precaria. L’amara consapevolezza del tempo che passa. Quanto sia importante il dialogo aperto e sincero con chiunque faccia parte della nostra vita. Di come, anche inconsciamente, degli stupidi fraintendimenti possano recare danni quasi irreparabili nel tempo. Tutto questo e tanto altro ancora.
In conclusione volevo solo aggiungere una particolare curiosità: la storia di Esther e di Emily condividerà a sua volta molti punti in comune con la trama di un libro amato da entrambe, e che viene spesso citato. Il libro in questione è “Years of Grace”, un romanzo scritto nel 1930 da Margaret Ayer Barnes, vincitrice del premio Pulitzer.
Non sono sicura che questo libro sia stato tradotto in italiano, me lo auguro caldamente dato che la voglia di leggerlo adesso è davvero tanta. Vi lascio con una delle citazioni più belle appunto di questo libro:
“L’amore non è un fiore di serra, costretto a sbocciare controvoglia. L’amore è un’erbaccia che spunta inattesa sul ciglio della strada”. (da Years of Grace)