Come ogni lunedì si apre in ogni luogo in Italia il dibattito sportivo sulle partite della domenica. Non c’è luogo che si salvi: dal bar, all’autobus, all’ufficio, all’edicola, tutti gli uomini di qualsiasi età e classe sociale non parlano d’altro. Dai bambini nei corridoi a scuola, ai manager davanti alla macchinetta del caffè, al barbiere di quartiere fino al vescovo nei suoi lussuosi appartamenti. Ognuno ha la sua opinione, che può essere uguale o diversa da quella degli altri, non importa. Ciò che importa è che è quella corretta. Gli arbitri sono, a seconda delle fazioni, cornuti o bravi; i calciatori sono delle schiappe o dei miti, gli allenatori sono fortunati o sfortunati. Ma la cosa più bella è la formazione. Sì perché ogni italiano ha la formazione della sua squadra del cuore, e sa che se l’allenatore avesse fatto giocare i calciatori secondo la sua formazione, la sua squadra avrebbe vinto. Generalmente infatti il dibattito termina con: “Ah ma se avesse fatto giocare questo al posto di quello avremmo vinto!” oppure “Doveva fare scendere quello al primo tempo e mettere su quell’altro!”. Ovviamente la formazione dell’italiano medio viene redatta al termine delle partite, a risultati fatti. Ma questo è il bello del calcio, dei nostri uomini italiani, e noi li lasciamo fare.
Dopotutto… non fa tenerezza pensare che si divertono con così poco?