Lavoro ingrato quello dell’arbitro: qualunque cosa tu faccia ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà, una squadra o l’altra, i dirigenti, gli allenatori ed anche i designatori che ti hanno scelto. E anche tutti insieme.
Bene che vada i tifosi ti si rivolgeranno paragonando la tua testa a quella di un simpatico bovino, sottolineando la presenza di curiose appendici appuntite (le corna) dal duplice significato emotivo; da un lato il tifoso, oltraggiato dai tuoi errori ti darà del cornuto perchè il tuo errore era tanto palese quanto le suddette appendici, d’altra parte lo stesso tifoso si consolerà pensando che mentre con il tuo errore madornale condannavi la sua squadra ad una settimana di mea culpa la tua allegra consorte smaltiva l’odio nei confronti del calcio intrattenendosi in corrispondenza d’amorosi sensi e sudaticci lombi con l’idraulico che si sa, la domenica non lavora mai.
Non c’è indennizzo economico che ti risarcisca per tutti i sacrifici che devi fare ogni domenica per guadagnarti la pagnotta e per evitare che i tardoni dei tuoi collaboratori, spesso ancora in balia dei bagordi della sera prima, ti facciano fare la figura del fesso vedendo quello che tu non vedi.