Il dilemma dei laureati: restare o scappare?

Creato il 01 ottobre 2014 da Nwotruthresearch

Sei un laureato intelligente e capace e sei consapevole di quello che ti offre l'Italia e ti arrovelli la testa con questo dilemma: ragione o torto a scappare all'estero? Non è possibile giudicare semplicisticamente questi drammi, perché drammi sono; ogni storia è un caso a se. Se decidi di andare all'estero devi avere molto coraggio, devi conoscere le lingue o devi faticare per impararle; se non hai qualche aggancio all'estero può essere sicuramente più dura, eppoi vige il detto che sai cosa lasci e non sai cosa trovi; d'altro canto se lasci il tuo paese e se sei capace ed intelligente, privi il paese di risorse intellettuali.
 Ma è anche vero che il tuo paese le risorse intellettuali non le vuole impiegare e pagare adeguatamente; siamo uno dei pochi paesi in Europa dove più studi e meno guadagni; il paradosso è che in Italia abbiamo la più bassa percentuale di laureati in tutta Europa (dati di fatto Almalaurea, che abbiamo analizzato nel nostro sito al seguente link: Italia, un paese sul lastrico in mano al Vaticano che lascia i poveri a morire di fame ) e quei pochi che si laureano non riescono a trovare lavori secondo le proprie competenze; quei pochi che poi riescono a svolgere una professione attinente al proprio settore di studi vi arrivano magari dopo anni e anni di precariato con paghe da fame; perché avviene questo? A causa di scelte politiche e a causa dell'ingresso dell'Italia nell'Europa del carcere dell'euro che favorisce le aziende e la tecnologia del nord, ed ingabbia il sud (ma adesso la crisi sta arrivando anche al nord) in una condizione simile a quella del Terzo Mondo; oltre a ciò sembra che in Italia, anziché una risorsa, laurearsi sia considerato un vizio; in altri paesi la cultura, le competenze, le capacità elevate sono considerate un volano per l'economia, in Italia no; in Italia dovremmo tutti andare a pulire cessi o a fare i pizzaioli o i camerieri per 500-600 euro al mese, anche se abbiamo 3 lauree e parliamo 5 lingue, perché se non ti adatti sei stigmatizzato come schizzinoso dai nostri ricchi e viziosi ministri europeisti espressione del potere corrotto del Vaticano, i quali vogliono un "progresso" fatto di schiavitù, stipendi da fame e sottomissione per intere generazioni di lavoratori.
Leggiamo, per fare un esempio, un articolo tratto dall'ANSA:

http://www.ansa.it/sito/notizie/speciali/tempo_di_esami/2014/09/30/fornai-o-bidelli-i-laureati-si-rimboccano-le-maniche-_926ee6e6-d540-4bcb-a04c-4a0424d4ab5a.html 
Leggiamo le prime righe: “I giovani del 2014 hanno voglia di lavorare e riscoprono anche i mestieri del passato. Altro che schizzinosi, i laureati cercano un posto nelle scuole: non come prof ma come bidelli.
Capiamo a che livelli di sfruttamento siamo arrivati? Nessuno si scandalizza più di queste notizie? E' considerato valoroso (altro che schizzinosi) colui che ha studiato 5-6 anni per diventare un ingegnere, impiegando soldi e tempo, e poi butta tutta la sua istruzione nel cesso perché l'ITALIA VUOLEche lui faccia il bidello; il messaggio sottinteso è....vi ricordate? ….la Fornero, dall'alto della sua poltrona di ministro all'interno del gesuitico governo Monti, diceva ai giovani che sono dei viziati, dei choosy, e adesso loro rispondono: “No! No!”, non vedi che non siamo viziati e ci adattiamo (ammesso che li assumano)? Adattati e disciplinati con austerità...e pagati 6-10 volte meno di quanto avrebbero ottenuto nella loro professione, se solo questa fosse stata valorizzata nel nostro paese; sicuramente pagati 100-1000 volte meno di quanto guadagnano la Fornero, Monti, Letta, Renzi ecc. Quanto si propaganda in articoli come questo dell'ANSA non è affatto una virtù, è invece l'evidente sintomo di un fallimento per l'intero paese, non solo per l'aspirazione del singolo, ma anche per lo sperpero di capitale intellettuale che potrebbe essere impiegato per risollevare l'economia e la cultura; in altri paesi i governi cercano di impedire (tramite reddito minimo, corsi o altre forme di supporto) che un laureato getti le proprie competenze nel cesso; perché queste competenze servono anche all'economia del paese, al suo sviluppo scientifico, tecnologico, culturale. L'Italia è forse l'unico paese tra quelli sviluppati (ma l'Italia è ancora un paese sviluppato?) dove la laurea è invece considerata un vizio e una perdita di tempo; queste ed altre notizie hanno tutte come sottofondo la stessa visione della realtà: cari laureati siete dei viziati perché avete studiato, dovete rimediare buttando nel cesso tutto ciò che avete imparato tramite soldi e sacrifici; se volete sopravvivere andatevi a cercare una delle professioni che "L'ITALIA VUOLE!", se lo fate siete meritevoli, se non lo fate site dei putridi schifiltosi non degni di respirare e di vivere; il tutto condito con paternali moralistiche della peggior specie catto-fascista; e il tutto presentato in una cornice propagandistica dove l'Italia viene descritta come un paese stracolmo di laureati, laureati che quindi si dovrebbero adattare a fare i lavacessi o i bidelli, mentre invece la realtà dei fatti è che l'Italia ha un livello di laureati da TERZO MONDO, a pari merito della Turchia; un livello che, visto QUELLO CHE VUOLE L'ITALIA, rischia di precipitare ulteriormente..

In articoli come questo dell'ANSA la crisi economica non viene certo rappresentata come un evento voluto e programmato dall'elite finanziaria gesuitica al fine di ridurre i diritti, la cultura e la democrazia di un'intera nazione; la si liquida invece con due o tre parole (“visti i tempi di crisi”), il che fa supporre che sia una catastrofe dovuta al caso, di cui sono inconoscibili le cause; la si presenta come una tempesta imprevista, come un'alluvione che travolge interi territori, a cui si dovrebbe reagire, come avviene con le alluvioni imprevedibili e non volute, facendo rimboccare le maniche con lavori di merda e sottopagati un'intera generazione di laureati che hanno avuto la sfortuna di ottenere il loro titolo in Italia. Ci dicono: bravi, VISTII TEMPI DI CRISI, che fate i bidelli, i pizzaioli e lavacessi! Il problema è che oramai da tempo "L'ITALIA VUOLE" mestieri da fame con scarsa qualificazione, schiavitù, stipendi da terzo mondo, incanalata come è ormai da parecchi anni nel tragicomico percorso della decrescita infelice e disperata all'interno dell'Europa.Qui sta il discorso politico: le cause prime della crisi voluta dal Vaticano, dalle banche e dai poteri finanziari non vengono presentate; l'euro, anziché essere visto per quello che è, cioè uno strumento di dominio e controllo creato da un'elite, viene presentato, dai nostri governanti e dai mass media, come una panacea che dovrebbe risolvere tutti i mali; gli obiettivi ultimi, tra i quali vi è sicuramente quello di impedire che i poveri, le classi subalterne, attraverso la loro istruzione, i loro sacrifici e le loro competenze acquisite, possano riscattarsi e insidiare il potere dei ricchi, non vengono spiegati; e così intere generazioni crescono sottomesse nell'ignoranza e nell'inconsapevolezza di ciò che avviene e si adattano, quindi, ad un futuro miserevole e faticoso, disciplinate dai nostri ricchi e opulenti governanti attraverso le ricorrenti misure di austerità.Quindi, che fare? Una volta che hai capito l'austera disciplina a cui ti devi assoggettare nel tuo paese, è forse meglio per te scappare verso altri lidi? Forse si, forse no, dipende dalle situazioni che ognuno si trova a vivere. Pensiamo però che sia vero anche il pensiero di coloro che dicono che andarsene è un po anche come tradire il tuo paese e la tua famiglia, è un po come privare il tuo paese di risorse e capacità che potresti mettere al servizio dei tuoi simili che non hanno avuto la fortuna di averle; restare ha senso per portare avanti una lotta politica e culturale, aprire spazi democratici di dibattito e confronto; analizzare le cause del perché l'Italia si trova in questa situazione, ecc., un lavoro duro da fare, per lo più in una situazione, come quella italiana, dove l'ignoranza e il menefreghismo purtroppo sono largamente diffusi; che fare quindi? Se pensi che il nazionalismo sia di una cosa fascista e di destra, che non valga la pena lottare per i diritti di un popolo e di un'insieme di persone che parla la tua stessa lingua, dovresti sapere che questo è quello che ti hanno portato a credere i poteri finanziari e vaticani globalizzati attraverso una propaganda pluridecennale che ha lo scopo di abbattere gli stati nazionali; leggi cosa ha detto David Rockefeller: "Il mondo è pronto per raggiungere un governo mondiale. La sovranità sovranazionale di una elite intellettuale e di banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati ." Confrontalo con ciò che tutti i giorni ci vuole imporre il gesuitico banchiere europeista e mondialista Mario Draghi.

  Per quel che riguarda poi i flussi migratori, questi hanno anche lo scopo di abbattere i legami sociali, la famiglia, le istituzioni locali che ci legano al territorio; spezzare questi legami rende più sole le persone, e quindi più facilmente assoggettabili dal potere globalizzato. Vatti a rileggere la Costituzione e vedrai che la difesa di questo documento non è una cosa di destra brutta e cattiva, ma un impegno che ogni cittadino italiano dovrebbe assumere come obbligo inderogabile. Per finire: ognuno scelga in propria coscienza; ma sono sicuramente degni di somma stima coloro che, potendoselo permettere, decidono di restare, rinunciando magari a lavori migliori all'estero, non per lavare i cessi o fare i bidelli con stipendi da fame qui in Italia, ma per lavorare duramente al fine di svegliare un'intera generazione che ora sembra ancora assoggettata intellettualmente e culturalmente dai governi europeisti cattofascisti che si susseguono del nostro paese.

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