il Diritto al Disordine

Da Seavessi
Orbene, Seavessi prosegue like a rolling stone giù per la china del mammismo degenere, che almeno l’analista dell’Infanta avrà solo da leggere questo blog e ci metterà ben poco ad analizzare (o qualunque cosa faccia un analista).

Oggi Seavessi vorrebbe sdoganare il Diritto al DisordineIntendiamoci, Seavessi purtroppo non fa parte della lieta genìa di chi è disordinato ma nel proprio casino ci sguazza come una triglia nella bouillabaisse; Seavessi è disordinata e ci soffre, sogna una casa di quelle linde e minimaliste che si vedono sui cataloghi ikea, sogna il design danese e sogna l’abolizione dei soprammobili.Ma il disordine è anche un diritto, ancora una volta a molti livelli.Il primo livello è quello fisico. Una mamma, e ancora di più una neomamma, ha il diritto insindacabile di avere una casa in cui sembra scoppiata una piccola bomba – il che, metaforicamente, è esattamente quello che è appena accaduto.Ha il diritto di non doversi ammazzare di pulizie appena tornata a casa dall’ospedale, perché viene in visita la prozia Adelmina che lo sai che ci tiene tanto.Se la prozia Adelmina ci tiene così tanto, si tirerà su le manichine eleganti, inguanterà le grinzose manine ingioiellate e darà una mano alla neomamma a preparare la cena o a  vuotare la lavastoviglie, perché questo è quanto fanno le persone che ci tengono. Gli altri, quelli che vogliono venire in visita e vedersi servire il caffè coi biscotti possibilmente appena sfornati  da una donna uscita dall’ospedale due giorni prima, ecco, Seavessi vi svela un segreto: non ci tengono affatto, e se restano a casina loro siamo tutti un po’ più felici.Una mamma ha il diritto di mandare affan a giocare sui tetti la torva montagna di roba da stirare, perché in quel momento sta guardando Sclèc con l’Infanta e fanno i commenti insieme.Una mamma ha diritto ad avere gli armadi chiusi, (e se li apre si rischia lo smottamento sismico), perché quel pomeriggio ha da fare la biscottata col pargolo, il che probabilmente porterà ad armadi ulteriormente chiusi, cucina infarinata, pargolo felice e profumo di vaniglia.Una mamma ha il diritto di rispondere, a chi critichi quanto sopra, che lei non è assolutamente gelosa della montagna di panni da stirare, anzi, sarà ben felice che se ne occupi il criticatore.Il secondo livello di disordine è più complesso, è mentale (ma nel caso di Seavessi questo era palese), educativo, progettuale.Una mamma ha il diritto di prendere i vari metodi educativi, esaminarli, rimescolarli, prendere dell’uno e dell’altro quel che pensa sia adatto a suo figlio,  consapevole che l’autore del libro probabilmente i figli li ha fatti allevare dalle tate.Una mamma ha il diritto di pensare che suo figlio sia unico, e che (mi pare la frase sia di Marcello Bernardi) non esistono due bambini uguali, né due coppie mamma-bambino uguali, e l’unicità è disordine perché non rientra mai esattamente in uno schema.Ogni mamma è una stella danzante, per questo ha il diritto di avere un po’ di caos dentro ( e fuori) di sé.

Ordinatissima era quella che Seavessi considera la sua irraggiungibile icona,
ma diciamocelo, non è che abbia tirato su dei figli straordinariamente sereni e felici...

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