Gli articoli 28, 29, 30, 31 della Convenzione ONU sull’infanzia si riferiscono tutti, in generale, all’educazione ma, a ben guardare, troviamo legato strettamente ad esso altri diritti: quello all’istruzione primaria e secondaria; all’informazione e l’orientamento scolastico; al problema della regolarità della frequenza scolastica, e all’abbandono scolastico; infine al problema dell’analfabetismo di base e/o funzionale, questi però oltre ad essere dei diritti sono dei problemi rilevanti e di non facile soluzione. E’ utile inizialmente usare una distinzione concettuale relativa ai termini d’Istruzione e Educazione. Intendiamo con istruzione il momento di formalizzazione del processo d’acculturazione dell’allievo nell’ambito scolastico. Alfabetizzazione primaria e secondaria, primaria connessa all’acquisizione degli alfabeti di base, degli automatismi culturali, dell’intelligenza materiale; quella secondaria connessa invece all’intelligenza formale, alle capacità d’analisi e di sintesi: smontaggio, riparazione e ricostruzione delle conoscenze. Per educazione intendiamo invece l’aspetto più informale, che in genere fa capo a processi sociali affettivi e d’educazione morale, che appartengono integralmente ai vissuti formativi, compresi - ovviamente - quelli scolastici. Vorrei ricordare - però - che la nostra distinzione è puramente teorica, poiché sul piano strettamente formativo questi due termini educazione e istruzione sono interdipendenti. Se andiamo a vedere le statistiche nel mondo ci sono circa 793 (Dati Unesco) milioni d’analfabeti (10 anni fa erano 962, sempre secondo i dati Unesco, circa 130 milioni di bambini in età scolare non hanno mai visto - né tantomeno frequentato - l’interno di un’aula. Il Diritto all’educazione è un diritto negato per un quinto degli abitanti del pianeta di cui due terzi sono donne e bambini.
Simonetta Frongia
Fonte: La rilevanza politico sociale della Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia, tesi di laurea di Simonetta Frongia ( I diritti sono riservati)