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Il diritto dei disoccupati – il divieto di discriminazione

Creato il 25 febbraio 2016 da Propostalavoro @propostalavoro

All’interno della rubrica che vuole analizzare i diritti di chi è in cerca di lavoro, ci occupiamo oggi di un tema troppo spesso sottovalutato quello della discriminazione in fase di accesso al lavoro.

Chi è in cerca di lavoro, è bene ricordarlo, ha il diritto di non essere discriminato. La legge, infatti, garantisce a tutti uguale accesso alle candidature di lavoro.

Capitolo II: il divieto di discriminazione

Quante volte è capitato di passare davanti alla vetrina di un negozio o di un locale e trovare un cartello che dice: “cercasi ragazza di bella presenza”? O negli annunci di lavoro online: “cercasi candidato con età preferibilmente …”?

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A questo genere di annunci siamo ormai abituati. Ma non possiamo rimanere indifferenti: offerte di lavoro come queste non sono lecite, ed è opportuno, dunque, diffidare.

Infatti, secondo la legge italiana, le offerte di lavoro devono essere fruibili per tutte le persone, a prescindere dall’età anagrafica, dal sesso e dall’orientamento religioso e sessuale. Se è vero che un negozio di abbigliamento per teenager potrebbe prediligere ragazze e ragazzi under 30 per svolgere l’attività di commessi, nell’annuncio di lavoro però questo requisito non potrà comparire. In fase di selezione, andranno presi in considerazione tutti i candidati.

Capita anche talvolta di leggere negli annunci la richiesta di “giovani in età di apprendistato”, ovvero generalmente con un’età inferiore ai 30 anni. Anche questo comportamento non è pienamente corretto, dal momento che i limiti di età previsti per il contratto di apprendistato professionalizzante possono essere derogati in favore di lavoratori che ricevono un assegno di disoccupazione o iscritti alle liste di mobilità.

Ma ci sono alcuni ambiti nei quali la legge prevede eccezioni ai principi descritti sopra: nello specifico parliamo del settore dello spettacolo e delle forze armate. Il motivo deriva dalle particolarità di questi settori, per i quali è ammesso che vengano posti dei precisi requisiti che in altri ambiti non sarebbero invece ammissibili. In breve, se una compagnia teatrale cerca un attore per intrepretare il ruolo di protagonista dell’“Otello” shakespeariano, è lecito che richieda esplicitamente nelle selezione uomini adulti di colore. Allo stesso modo, i concorsi per arruolarsi nei corpi delle forze dell’ordine possono richiedere una determinata età massima, requisiti fisici (come peso e altezza), nonché l’assenza di deficit che potrebbero influire negativamente sulla professione.

Data la discrezionalità che ogni datore di lavoro ha di scegliere le proprie risorse, è talvolta difficile dimostrare che una mancata assunzione è avvenuta per cause discriminatorie. Tuttavia, qualora un datore si rifiuti di assumere sistematicamente una certa categoria di lavoratori, oppure indichi negli annunci di lavoro caratteristiche possedute quasi esclusivamente da determinati lavoratori a scapito di altri, sarà allora dovere del datore, chiamato a rispondere della presunta discriminazione, dimostrare che quelle caratteristiche sono parte determinante per lo svolgimento della prestazione professionale e non discriminatorie.

Per approfondimenti normativi si veda:

Carlotta Piovesan


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