Il discorso di Vladimir Putin al Consiglio Presidenziale per la Scienza e l’Istruzione

Creato il 05 gennaio 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

Lo scorso 8 dicembre il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin ha partecipato all’incontro del Consiglio Presidenziale per la Scienza e l’Istruzione tenutosi a San Pietroburgo, nella splendida cornice del Museo dell’Ermitage. L’evento ha rappresentato l’occasione per affrontare le questioni legate all’organizzazione e alle attività dell’Academia Russa delle Scienze e degli istituti di ricerca scientifica, ma anche per ribadire l’impegno del governo nel sostenere il settore nonostante la difficile situazione economica e finanziaria. Obiettivo espresso da Putin è infatti quello di inserire la Russia nel novero dei principali Paesi produttori di nuove tecnologie e a tal proposito il Presidente ha ricordato che, nonostante i problemi attuali, il governo non ridurrà gli oltre 15 miliardi di dollari di investimenti previsti fino al 2020. Nel discorso è stata inoltre sottolineata la fondamentale importanza della ricerca scientifica ai fini della crescita e della diversificazione dell’economia russa. Proprio in considerazione del rinnovato sostegno alla ricerca scientifica, e in relazione al valore economico che da essa potrebbe essere generato, occorre sottolineare come per i Paesi europei, e in particolare per l’Italia, la cooperazione nel campo dell’innovazione e della tecnologia rappresenterebbe un ambito di sicuro interesse nelle relazioni con la Federazione Russa. Di seguito offriamo la traduzione dell’intervento del Presidente russo.

 
Oggi, il Consiglio per la Scienza e l’Istruzione si riunisce in uno dei migliori musei del mondo, anche se immagino che Michail Piotrovskij (Direttore del Museo Statale dell’Ermitage) probabilmente lo chiamerebbe il migliore, e anche in quel caso sarei d’accordo con lui.
L’Ermitage ieri ha celebrato il suo 250° anniversario e a nome di tutti noi, a nome dei membri del Consiglio, Direttore Piotrovskij lasci che mi congratuli con lei e con tutto il personale dell’Ermitage. Più tardi avrò la possibilità di dire di più, ma qui in questo incontro voglio congratularmi con lei anche per questo anniversario e ringraziarla per averci dato l’opportunità di incontrarci e lavorare in un meraviglioso, bellissimo scenario.

Voglio iniziare dicendo che sia la cultura che la scienza sono state per secoli i simboli del nostro successo e del nostro orgoglio nazionale, simboli di quella che potremmo chiamare la grandezza della Russia. Il nostro grande compito ora non è solo conservare, ma anche sviluppare e moltiplicare i nostri successi. Oggi discuteremo del continuo sviluppo della scienza accademica del nostro Paese e delle attività che ho stabilito per i gruppi di ricerca nel Discorso all’Assemblea Federale.
È più di un anno che abbiamo iniziato la trasformazione dell’Accademia Russa delle Scienze. Il nostro presupposto di partenza era che la Russia aveva bisogno di una scienza forte e competitiva in grado di stabilire nuove direzioni nel pensiero scientifico, garantire l’indipendenza e la sovranità tecnologica del nostro Paese e contribuire a migliorare la qualità della vita.

Questi sono stati i motivi per cui abbiamo adottato delle misure volte a rafforzare e a sviluppare le infrastrutture per la ricerca e a offrire ai nostri scienziati e ai gruppi di ricerca condizioni di lavoro moderne e competitive. Abbiamo unito le potenzialità intellettuali e le risorse umane e materiali delle nostre principali accademie – l’Accademia Russa delle Scienze, l’Accademia delle Scienze Mediche e l’Accademia delle Scienze Agrarie.

Il nostro obiettivo era quello di impostare e sviluppare la politica scientifica e tecnologica del nostro Paese, provvedere a una valutazione dei programmi e dei progetti statali e a un’attività di consulenza per le autorità governative. L’Accademia Russa delle Scienze ora deve fare pieno uso dei poteri più ampi che ha ricevuto. Abbiamo stabilito meccanismi più flessibili e convenienti per il finanziamento della scienza. Il Fondo Scientifico Russo offre un nuovo strumento per la concessione di contributi alla scienza.

Abbiamo condotto un inventario completo del patrimonio. Nulla è andato perduto, al contrario alcune strutture sono state restituite agli istituti. Prendo atto che quando il Consiglio per la Scienza e l’Istruzione si riunì un anno fa, l’Accademia Russa delle Scienze chiese una moratoria di un anno sulle operazioni relative al patrimonio dei suoi istituti.

Ho incontrato il Professor Fortov (Presidente dell’Accademia Russa delle Scienze) proprio di recente, ed egli ritiene necessario mantenere la moratoria in atto. Sono d’accordo con lui e questo faremo, per un altro anno manterremo in vigore la moratoria sulla sottrazione delle istituzioni scientifiche dal controllo dell’Agenzia Federale per le Organizzazioni Scientifiche. Chiedo all’Agenzia di assicurare una protezione efficace dei beni e delle risorse e di fare in modo che il tutto rimanga a disposizione degli scienziati.

Stiamo continuando a migliorare anche il sistema di gestione della scienza dando ai gruppi di ricerca e agli istituti maggiori poteri, incluso quello di scegliere i propri dirigenti. Abbiamo posto le condizioni per incoraggiare i giovani talenti ad assumere posizioni dirigenziali. Allo stesso tempo, ci occupiamo anche di mantenere le tradizioni e di assicurare che siano gli scienziati influenti ed esperti a gestire gli istituti di ricerca. Questo sistema è ora in funzione nelle nostre università.

Chiedo all’Agenzia Federale per le Organizzazioni Scientifiche e all’Accademia Russa delle Scienze di prestare la massima attenzione alla formazione del personale e di assicurarsi che i candidati per i posti dirigenziali siano in possesso di elevati standard professionali e scientifici. Questo lavoro deve essere continuo.

Colleghi, le circostanze in cui si trova la Russia oggi confermano in pieno che avevamo ragione nel produrre degli sforzi per rafforzare il potenziale scientifico del nostro Paese. Permettetemi di dire ancora una volta che la scienza di base e i progetti e i risultati che essa produce sono risorse estremamente importanti per lo sviluppo del nostro Paese e dobbiamo farne un uso efficace.

Oggi ci troviamo di fronte ad alcune sfide. Non mi dilungo su questo ora. Ciò influisce sulla nostra cooperazione in vari settori e riguarda direttamente anche voi in termini di restrizioni attualmente in vigore su alcuni tipi di trasferimenti di tecnologia avanzata verso il nostro Paese.

Questa non è una buona cosa, ma allo stesso tempo potrebbe trasformarsi in un’opportunità. Prima era semplicemente più facile acquistare qualcosa all’estero, ora invece dovremo investire risorse e creare ciò di cui noi stessi abbiamo bisogno. Mi rendo conto che questo non è facile, è un compito difficile, ma nella situazione attuale ci offre un chiaro vantaggio poiché dà un forte impulso al nostro sviluppo scientifico e tecnologico.

Come affermato nel Discorso (all’Assemblea Federale) chiedo al governo di lavorare con la comunità scientifica, quella accademica e con le associazioni imprenditoriali per individuare rapidamente le aree critiche per la sostituzione delle importazioni, le aree dove la sostituzione delle importazioni ha senso e si rende necessaria. Dobbiamo avere un’idea chiara di quale tecnologia dovremmo sviluppare in via prioritaria e di come farla entrare velocemente in produzione. Questi tipi di progetti già esistono e potremmo fare uso del lavoro già svolto sin qui.

Allo stesso tempo non dovremmo solo copiare ciecamente il lavoro straniero. I nostri ingegneri e designers devono tirare fuori soluzioni originali, “non-lineari”, nei confronti dei problemi che la nostra industria e la nostra economia affrontano. Inoltre, nel Discorso all’Assemblea Federale ho detto che non dobbiamo lavorare solo sui problemi attuali. Dobbiamo iniziare oggi la ricerca delle soluzioni ai problemi di domani. Qui ritengo che la scienza accademica abbia un ruolo speciale. Sottolineo che, nonostante le difficoltà attuali, noi non ridurremo il volume dei finanziamenti per la scienza.

Lasciatemi ricordare che il volume totale dei finanziamenti per la ricerca scientifica di base fino al 2020 è di oltre 834 miliardi di rubli (oltre 15,6 miliardi di dollari). Questa è una cifra notevole e necessita di essere utilizzata al massimo, con il massimo impatto per la nazione. Ritengo che il programma richieda alcune aggiunte e aggiustamenti, in considerazione delle priorità di lungo termine per lo sviluppo scientifico e tecnologico della nazione. Mi piacerebbe che voi determinaste quelle priorità.

Voglio anche sottolineare che nella scienza, in particolare nella ricerca di base, molto dipende dal ricercatore o dal team di ricerca specifico. La ricerca scientifica spesso può portare alle più incredibili scoperte.

Sapete meglio di me che ciò è successo molte volte nella storia della scienza. Allo stesso tempo, non dovremmo concentrarci solo sulle opportunità e gli interessi degli specifici ricercatori o delle specifiche istituzioni, e non solo su ciò che sappiamo fare oggi, ma anche sulle sfide che la nostra nazione affronterà in futuro, nel corso dei prossimi decenni.

Gli studi interdisciplinari dovrebbero diventare una direzione estremamente importante nel lavoro degli istituti accademici, e dovrebbero essere create delle opportunità basilari per fare ciò. Ora dobbiamo fare i necessari cambiamenti strutturali e l’obiettivo principale è quello di non permettere una fusione meccanica fra gli istituti di ricerca.

È di fondamentale importanza creare gruppi di ricerca efficaci e capaci. Dobbiamo guardare con grande attenzione al lavoro fatto lungo il corso di molti anni. È imperativo considerare meticolosamente i suggerimenti delle stesse organizzazioni di ricerca, definendo approcci comuni alle riforme, incluso l’ampliamento della partecipazione dell’Accademia Russa delle Scienze nel decision-making sulle questioni legate alle attività scientifiche degli istituti. Credo che pure il Consiglio del Coordinamento della Scienza dell’Agenzia Federale per le Organizzazioni Scientifiche debba svolgere un ruolo maggiore.

Allo stesso tempo, la riforma è oggettivamente in ritardo e, infatti, è ancora in corso. Perciò non possiamo posticipare oltre le decisioni urgenti. Abbiamo bisogno di mettere insieme le risorse intellettuali e le infrastrutture scientifiche, rafforzare la collaborazione tra gli scienziati nei punti di incontro delle singole discipline, dove hanno avuto luogo gli sviluppi innovativi e le scoperte.

Anche adesso stiamo creando tecnologie che cambieranno il mondo, la natura dell’economia e gli stili di vita di milioni, se non di miliardi, di persone. Fra 3-5 anni entreranno nel mercato globale ed entro il 2030 diventeranno una presenza quotidiana, come le tecnologie informatiche di oggi. E noi dobbiamo essere i leader in questi processi. Non consumatori, o non solo consumatori, ma fornitori globali di prodotti nel nuovo ordine tecnologico.

Nel Discorso all’Assemblea Federale era stato annunciato il lancio dell’Iniziativa Nazionale per la Tecnologia. Essa deve unire i nostri scienziati, le università guida, i centri di ricerca, i project teams e i nostri compatrioti che lavorano nelle industrie hi-tech all’estero. Chiedo all’Accademia Russa delle Scienze e al suo Presidium di partecipare attivamente allo sviluppo dell’Iniziativa Nazionale per la Tecnologia e chiedo agli istituti di ricerca di prendere parte alla sua implementazione. Mettiamoci al lavoro.

(…)

In primo luogo, una nota che è, per così dire, non così radicale, non significativa, e non legata alle trasformazioni nell’Accademia delle Scienze, ma che riguarda la nostra vita di oggi. Riguarda la sostituzione delle importazioni e l’eliminazione dei dazi doganali e anche dell’IVA per alcune merci.
Voglio chiarire che spesso quando parlo di sostituzione delle importazioni, specifico sempre che si tratta di casi in cui questa sostituzione è appropriata. Indipendentemente da chi potrebbe volerci creare delle difficoltà, e in quale modo, nel mondo moderno è impossibile chiudere tutto, soprattutto se la nazione in questione è aperta al mondo; è totalmente impossibile. Ciò significa che non abbiamo bisogno di sostituire tutte le importazioni. Possiamo coltivare banane? Sì. Ma dovremmo? No, perché sarebbero costose, e possiamo certamente comprare banane da qualche altra parte.

Voglio che questo sia chiaro quando identifichiamo le nostre priorità. Esse dovrebbero essere definite non in base al principio di sostituzione delle importazioni, ma rispetto a cosa esattamente ci serve, a cosa è promettente e necessario per lo sviluppo della scienza e, forse, in relazione a ciò che non siamo in grado di ottenere altrove, se non siamo in grado di farlo noi stessi. Ma questo sicuramente ci apre nuove opportunità, questo è del tutto chiaro, perché la scienza è cresciuta enormemente anche nel settore della difesa – l’aspetto del duplice uso è sempre esistito, ma oggi è si è sviluppato notevolmente. Ciò è chiaro a tutti.

Per quanto riguarda i dazi doganali, in passato la motivazione per la loro eliminazione era data dal fatto che non stavamo producendo qualcosa a livello locale. Noi abbiamo bisogno di aggiornare i settori produttivi reali e di farlo in maniera moderna e le nostre imprese devono essere moderne, efficaci e competitive. Tutto ciò sembra essere giusto ma, allo stesso tempo, la pratica dimostra che non appena eliminiamo i dazi su qualsiasi prodotto, la crescita si ferma immediatamente e ogni cosa, semplicemente, cessa la sua attività. In seguito diventa quasi impossibile rinvigorire, anche solo debolmente, quelle operazioni produttive. Così i processi relativi alla sostituzione delle importazioni e alle restrizioni esterne – e questa non è un’esagerazione – ha sia vantaggi che svantaggi, e non è chiaro qual è l’aspetto prevalente.

Ora, per quanto riguarda la discussione di ciò che è più importante: la scienza negli istituti o nelle università dell’Accademia delle Scienze. Sapete, mi sembra che questo non sia un dibattito serio; non è vero, non c’è alcuna discussione qui. È ovvio che nelle altre nazioni la scienza è stata organizzata in modo diverso, e che nella nostra nazione la scienza è stata inizialmente concentrata principalmente negli istituti dell’Accademia delle Scienze, mentre le università sono sempre state impegnate nella formazione del personale. Tuttavia, è anche evidente che oggi, in tutto il mondo, i processi educativi e scientifici crescono più vicini come del resto il ruolo inter-industriale delle varie attività. Questo è un processo evidente.

Può sembrare triste, ma abbiamo bisogno di trovare il giusto mezzo utilizzando la modalità “manuale” per unire senza distruggere nulla. In nessun caso distruggeremo ciò che è stato costruito nel corso dei secoli senza prima creare qualcosa in maniera corretta. Non è solo possibile avvicinare le istituzioni tra loro e far sì che si completino a vicenda, è assolutamente necessario farlo – con attenzione, senza distruggere alcunché, ma solo rafforzando le nostre capacità. Mi auguro che seguiremo questa strada.

Ora, riguardo l’idea che solo gli studi per la difesa sono in crescita – questo non è del tutto vero. Questi studi sono in crescita perché questo sviluppo era stato previsto nei rispettivi programmi di armamento e di ricerca. Tuttavia, date le restrizioni di bilancio, anche questi studi non stanno crescendo tanto quanto avevamo inizialmente previsto e l’aumento è stato ridotto allo stesso tasso di crescita dei finanziamenti rivolti ad alcuni altri ambiti. Ecco quello che vorrei sottolineare. Siamo ben consapevoli di come l’Accademia delle Scienze si è sviluppata negli anni sovietici. Circa il 90% della sua attività era legata, in un modo o nell’altro, alla difesa. Ma nel mondo moderno, come ho già detto, e lo sapete molto meglio di me, l’importanza della componente a duplice uso è cresciuta radicalmente.

Quando parliamo di alcuni settori produttivi che ora stanno ottenendo denaro dalle commesse della difesa fino al 2020, continuo a ripetere quanto segue. Basta guardare, per esempio, alle imprese di costruzione navale, o ad altre; ora hanno un gran numero di ordini, ma questi ordini non dureranno per sempre. L’Esercito e la Marina saranno modernizzati; adesso siamo in grado di rivedere le capacità, ma dovremo farlo senza problemi o dovremo analizzare in anticipo come le capacità che creeremo saranno utilizzate in futuro. Dobbiamo fare lo stesso nella ricerca scientifica. Naturalmente non è la stessa cosa, ma quello dovrebbe essere il principio fondamentale.

Voglio sottolineare che non stiamo riducendo i valori assoluti. I tassi non sono quelli che vorremmo, ma noi aumenteremo i finanziamenti per la scienza proprio come avevamo previsto, nelle zone in cui è opportuno farlo e dove si producono risultati. E lo faremo attraverso approcci diversi, sia attraverso finanziamenti diretti che per mezzo di sovvenzioni. A questo proposito, naturalmente, voglio dire ancora una volta che sarà appoggiata la proposta del Presidente dell’Accademia delle Scienze di aumentare i pagamenti mensili ai suoi membri, agli attuali membri e ai membri associati.

Grazie per l’attenzione.

Vi auguro tutto il meglio.

(Traduzione dall’inglese di Alessandro Lundini)


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