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La tessitrice di Giovanni Pascoli
Mi son seduto su la panchetta come una volta ... quanti anni fa? Ella, come una volta, s'e' stretta su la panchetta.
E non il suono d'una parola; solo un sorriso tutto pieta'. La bianca mano lascia la spola.
Piango, e le dico: Come ho potuto, dolce mio bene, partir da te? Piange, e mi dice d'un cenno muto: Come hai potuto?
Con un sospiro quindi la cassa tira del muto pettine a se'. Muta la spola passa e ripassa.
Piango, e le chiedo: Perche' non suona dunque l'arguto pettine piu'? Ella mi fissa timida e buona: Perche' non suona?
E piange, piange — Mio dolce amore, non t'hanno detto? non lo sai tu? Io non son viva che nel tuo cuore.
Morta! Si', morta! Se tesso, tesso per te soltanto; come, non so: in questa tela, sotto il cipresso, accanto alfine ti dormiro'. —
Il divenire di Ludovico Einaudi
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