Mangiare fuori a cena è sempre piacevole, un piccolo diletto che a molti piace concedere a sé stessi più o meno frequentemente.
Questo diversivo può risultare ancora più divertente se trasformato in un piccolo gioco multietnico e multiculturale. Certo è che ciò prevede una, perlomeno minima, capacità di tradurre. Non tutti i clienti sono però dotati di grandi capacità di traduzione e, ovviamente, i ristoratori non possono permettersi di ridurre tanto notevolmente il numero dei loro clienti poiché solo gli esperti di traduzione potrebbero capire le portate a loro proposte. Risulta quindi fondamentale un passaggio: la traduzione dei menù.Riportiamo un esempio che potrebbe essere indicativo: il menù di un ristorante greco. Nello specifico i ristoratori di tale locale hanno deciso di accogliere i propri clienti in un’ambientazione molto suggestiva: la Grecia antica. Una cena in un ambiente tale si può tradurre in un’esperienza a dir poco entusiasmante e suggestiva: pareti con dipinti caratteristici dell’arte ellenica,pareti bianche tipiche degli edifici del Peloponneso, musica che riecheggia l’ambiente greco, un vero e proprio tuffo tra Atenesi e Spartani. Anche le portate, ovviamente, riecheggiano la cultura greca ma è necessario ricordare ce queste devono risultare gradite al cliente e, pertanto, vengono rivisitate e proposte in una versione più “maccheronica”. I piatti, suddivisi tra sezione “carne” e “pesce”, vengono riportati sui listini non solo in lingua greca, ma anche con l’alfabeto greco. Chi si predisponesse a leggere un menù tale dovrebbe essere disposto non solo ad effettuare la non semplice traduzione dal greco all’italiano, ma anche la traduzione dall’alfabeto ellenico a quello latino. Ovviamente ciò non risulterebbe gradito alla gran parte dei clienti e, di conseguenza, è caldamente consigliabile per il ristoratore far effettuare una comprensibile e immediata traduzione. Riportiamo gli esempi di alcuni piatti: “Mesedes thalassina”, che si traduce con “Antipasto misto di pesce per due persone”, oppure “Saghanaki” ovvero “Feta fritta”. La traduzione di tali nomi, probabilmente, potrebbe non essere nemmeno immaginata da un cliente medio. Così come “Moussaka”, la cui traduzione è “Pasticcio di melanzane”.
Il consiglio ce possiamo fornire ai ristoratori, o aspiranti tali, che decidano di servire nei propri locali piatti extra-nazionali, è quello di far tradurre i propri menù e gli ingredienti delle proprie portate. Così facendo la serata a ristorante si tradurrà, per i clienti, in una divertentissima e desiderabile esperienza e, per i ristoratori, in una possibilità di crescita e maggiori guadagni.