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Il Divo

Da Bebbo
Sorrentino tenta e riesce un film molto scomodo e difficile sui mali dell'Italia, scegliendo come capro espiatorio Giulio Andreotti. Forse non poteva fare scelta migliore, chi meglio di lui avrebbe rappresentato il nostro paese: freddo, apparentemente sufficiente, immobile, distaccato, impassibile, alienato, sguardo vitreo...tutto in apparenza ovviamente. Come l'Italia, mostra ciò che non fa e fa ciò che non mostra.
Impossibile coglierlo impreparato, ha sempre una battuta sarcastica pronta, qualche anno fa qualcuno diceva a Corleone "La politica è saper sparare per primi"
Le storie di un ventennio, quello della D.C., che ovviamente non poteva che far del male al paese, raccontate attraverso la vita della Sfinge, del Gobbo, della Volpe, del Papa Nero, di Belzebù...del Divo.
E delle sue emicranie.
Interpretazioni magistrali di tutti gli attori, Sorrentino deve aver lavorato veramente molto bene con loro e con il copione.
Stilisticamente azzeccatissimo, almeno a parer mio, la regia non stanca mai, molto belli i movimenti di macchina in contrapposizione ai lunghi periodi di piani immobili, ad enfatizzare l'apparente staticità del personaggio che invece sta muovendo i fili di mezza Italia.
La scelta dei fuochi è degna di nota come è doveroso sottolineare il suono del film: in un silenzio di piombo spesso siamo costretti ad ascoltare lo sciogliersi dell'aspirina nel bicchiere d'acqua, il cigolio di una cyclette, il rumore dei tacchi nelle immense stanze vuote del senato. La calma apparente.
"Le battaglie elettorali, le stragi terroristiche, le accuse infamanti...gli scivola tutto addosso negli anni senza lasciare traccia, fino a quando il contropotere più forte di questo paese, la Mafia, decide di dichiarargli guerra." A quel punto le cose cambiano, o meglio, dovrebbero cambiare perché per quanto ne dicano, qua non è cambiato nulla, cambia solo l'insistenza con cui ci vogliono far credere che cambieranno le cose, almeno in apparenza...
Benvenuti in Italia, un letto a due piazze con un lenzuolo ad una piazza. E non faccio discorsi politici di parte, quì non c'è destra o sinistra, le ripudio entrambe, non sono di destra perchè non mi piace quello che fa la destra e non sono di sinistra perchè non mi piace quello che non fa la sinistra.
Visione sconsigliata a chi, come me, odia questo paese e vorrebbe vederlo annegare, questo paese che non può fare a meno di collezionare figure di merda davanti al mondo, questo paese obsoleto, antico, fatto dai vecchi e gestito dai vecchi per i vecchi, questo paese in cui conta l'apparenza più di qualsiasi altra cosa, questo paese di nani, di burattini, di ballerini e di "cantanti", di "lei non sa chi sono io", di 800€ al mese (spese per le trasferte della "magica Roma"), di società di prestiti, di banche, di assicurazioni, di pensioni, di macchine in fila, di gente in fila, di indebitati, di buffi, di buche coperte, di merda che torna a galla, di 740, di evasioni fiscali, di preti, di chiese, di credenti, di talenti sprecati, di risorse sprecate, di soldi rubati, di investimenti truccati, di appalti, di ritardi.
E di gente che quando gli dici tutto questo ti risponde che sei un vigliacco se te ne vai, invece di rimanere per cambiare le cose. Bravo. Ora sei sulla mia lista nera, non poteva andarti peggio.
Mi vergogno di essere italiano, grazie a voi.
La frase del film
P "la gente va in chiesa per parlare con Dio, lei parla con i preti..."
A "i preti votano, Dio no"

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