Complice il relax della vacanze estive, ho finalmente avuto il tempo di finire la lettura de “Il dollaro e la nuora”, un romanzo che avevo
Anzitutto va detto che si tratta di un rarissimo esempio di romanzo scritto in lingua kannada (la lingua usata nello stato indiano meridionale del Karnataka) tradotto in italiano; rarissimo caso, appunto, perché in Italia vengono pubblicati, purtroppo, quasi solo romanzi tradotti dall’inglese (con pochissime eccezioni dalla lingua hindi).
Scritto da Sudha Murty, tradotto da Jaya Murthy e pubblicato da Felici Editore, con una interessante introduzione di Donatella Dolcini (indianista dell’Università degli Studi di Milano) e di Paola Alberti, il romanzo apre una finestra sul contraddittorio rapporto oggi esistente fra l’India e gli Usa, e sullo stile di vita dei N.R. I., i Non Resident Indians che pur vivendo all’estero mantengono un forte legame con la cultura del Paese d’origine.
Vera protagonista del romanzo è Gauramma, una “matriarca” che vive in Karnataka ma soggiace al mito degli Usa come terra dell’oro, terra del bengodi, dove tutto è facile e possibile, in contrapposizione a un’India vista come povera e inefficiente. Abbagliata dal sogno americano, Gauramma ha un rapporto molto differente con le sue due nuore, Jamuna e Vinutha, diverse fra loro sia per stile di vita, sia per convinzioni, sia per…residenza. Gauramma infatti ammira la “nuora-dollaro” Jaya, che è emigrata in America e le appare come una principessa, circonfusa dal fascino della ricchezza dello stile di vita americano. Al contrario, Gauramma non tiene in alcuna considerazione l’altra nuora, Vinutha, che è solo una “nuora-rupia” perché vive in India con pochi mezzi economici e uno stile di vita molto più discreto. Dopo alcuni anni Gauramma coronerà il proprio sogno e andrà a trovare il figlio Chandru e la nuora Jamuna negli Usa, vivendo con loro un anno. Durante quella permanenza, che le permetterà di frequentare anche la comunità indiana residente negli Usa, Gauramma scoprirà al verità: alla ricchezza materiale dello stile di vita americano della “nuora-dollaro” non corrisponde affatto una superiorità culturale, morale o spirituale, bensì una grande povertà di valori, e Gauramma sperimenterà anche la difficoltà di una vera integrazione degli indiani in America. Solo allora, di fronte alla propria disillusione, Gauramma capirò il valore dell’altra nuora, la “nuora-rupia” Vinutha, che conserva uno stile di vita modesto ma ricco di dignità e moralità.
Il senso del romanzo è dunque quello di un confronto/scontro di valori fra India e Usa, e fra tradizioni e modernità. Un confronto reso con ricchezza anche nei continui riferimenti culturali alle tradizioni hindu, ben segnalati dalle numerose note a pie’ di pagina realizzate dalla traduttrice. Un libro interessante, dunque, con solo un piccolo rimpianto: un editing più attento avrebbe evitato qualche errore in italiano. Ma non è il caso di essere pignoli: “Il dollaro e la nuora” resta un romanzo che vale la pena leggere.