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Il dollaro forte e la Cina debole affossano le quotazioni del rame

Da Metallirari @metallirari

rame

Le quotazioni del rame sono scese ai livelli più bassi da un mese a questa parte. Dopo la pubblicazione dei dati sull'economia cinese e statunitense, le speranze che la domanda mondiale di rame possa riprendersi nel breve termine, sono svanite.

Le aspettative del mercato, purtroppo, non riguardano soltanto il settore dei metalli non-ferrosi, ma impattano negativamente anche sulle attese circa la ripresa di tutta l'economia mondiale, di cui il rame è considerato un indice molto significativo.

I futures sul rame al London Metal Exchange (LME), con consegna a marzo, sono arrivati a 7.199 dollari per tonnellata, toccando anche un minimo a 7.185 dollari. Sul mercato di New York (COMEX), i prezzi del rame hanno perso circa l'1,8% in una sola settimana.

L'indice sugli acquisti industriali (Manufacturing Purchasing Managers) della Cina ha chiaramente indicato, per la prima volta in 6 mesi, un rallentamento dell'attività industriale.

Inoltre, il dollaro statunitense, ormai da cinque sessioni, si è rinforzato nei confronti di ben dieci valute. Tutti pensano che il rafforzamento proseguirà, aiutato dalle attese che la Federal Reserve (FED) americana ridurrà il programma di stimolo economico negli Stati Uniti.

In questo momento, gli analisti del metallo rosso non riescono ad intravedere nulla di positivo per il rame.

Anche se a dicembre 2013 il sentimento del mercato fosse abbastanza positivo e la maggior parte degli osservatori credesse che le quotazioni del rame sarebbero rimaste sostanzialmente invariate, secondo gli esperti di Goldman Sachs, i prezzi del metallo rosso durante il 2014 saranno mediamente di 6.850 dollari per tonnellata, un livello assai più basso di quanto stimato dalla stessa banca d'affari pochi mesi fa.

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