Lutto cittadino per l’esplosione di ieri alla fabbrica “Cancelli” di Arpino, nel frusinate. La violenta esplosione ha ucciso il titolare Claudio Cancelli e due suoi figli, Giovanni e Giuseppe, due clienti e un operaio. Per tutta la notte Vigili del fuoco, volontari della Protezione Civile e agenti della Forestale hanno continuato a lavorare. L’area è stata sequestrata. Tra le ipotesi un errore nella miscelazione delle polveri che ha causato la deflagrazione, sembra poi che l’area dove è avvenuta l’esplosione fosse sottosequestro. Due dei tre capannoni sono stati distrutti. La scintilla potrebbe essere scaturita da un errore nella miscelazione delle polveri.
«Nell’unirci con unanime cordoglio e vicinanza al dolore dei familiari delle vittime, la Cisl confederale richiama la necessità di non abbassare mai l’attenzione sulla sicurezza e salute nei posti di lavoro, soprattutto nelle piccole aziende e nello specifico in quelle con lavorazioni e materiali rischiosi» ha dichiarato in una nota Fulvio Giacomassi, segretario confederale della Cisl. Il dolore della comunità poi è immenso anche perchè non è la prima volta che accadono simili vicende. Si legge sul Corriere della Sera che il sindaco di Arpino, Bruno Vano, ha proclamato il lutto cittadino per il giorno dei funerali che osserveranno anche a Veroli, Fontana Liri e Sora. Claudio Cancelli poi presidente dell’azienda era sopravvissuto ad un altro scoppio avvenuto in una delle sue numerose fabbriche in provincia dell’Aquila circa 15 anni fa. In quel caso persero la vita tre suoi nipoti, figli del fratello Donato, e due operai. La fabbrica in provincia dell’Aquila è chiusa e nessuno ha continuato la tradizione. Stessa sorte toccherà alla fabbrica distrutta lunedì.
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