Il dolore è meglio del vuoto

Da Rory

Miei cari,

anche oggi purtroppo post un po’ triste. Non sto granché bene e chi ha un blog lo sa, funge anche da sfogo e questo è uno dei motivi per cui sono contenta di averne uno, visto che a volte parlare è complicato, se non altro uno mette nero su bianco i propri sentimenti e le proprie emozioni e questo già e tanto.

L’altro giorno facevo una riflessione. Quando ero adolescente, per tutta una serie di problemi anche abbastanza comuni a quell’età, ho sofferto molto. Così mi sono chiusa in me stessa e ho fatto di tutto ma davvero di tutto per non provare più nulla, perché il parere delle altre persone non mi ferisse, per non soffrire per un amore non ricambiato, per il rapporto coi miei genitori, per le ferite che la vita mi infliggeva. E senza rendermene conto, mi sono trovata a non sentire assolutamente nulla, il vuoto assoluto. Non fraintendetemi: provavo delle emozioni ma era qualcosa di ovattato, quasi di irreale, come se ci fosse ma non fosse realmente dentro di me ma mi sfiorasse soltanto da lontano.

Ho sentito una frase che dice così: “Molti credono che la cosa peggiore della vita sia il dolore ma non è così. La cosa peggiore è non provare nulla.” Ed è proprio vero. Non c’è niente di peggio del non provare assolutamente alcuna sensazione, del sentirsi sempre vuoti. Senza anima, senza speranza. Non importa con cosa si cerca di colmare quel vuoto, se con la musica, la letteratura, il cibo, cose più materiali. Lui è più forte e ingoia tutto, seppellisce tutto.

Poi a me è successa una cosa molto bella. Ho incontrato qualcuno che è stato in grado di farmi provare finalmente qualcosa, di mettere fine a questa sensazione perenne di nulla. Ma quando non si è provata una sensazione per tanto tempo e finalmente poi la si sente prepotente dentro di sé, non è facile gestirla. E allora subentra l’ansia, l’insicurezza, la paura e semplicemente il non saper fare fronte a questo sentimento. La mia prof del liceo diceva che appositamente esiste l’educazione sentimentale e anche se all’epoca mi veniva da ridere, adesso ho capito che aveva davvero ragione. Non è facile gestire queste cose, non dopo tanto tempo. E non è facile neppure far capire agli altri che cosa si sta passando, perché se è difficile interpretare certe cose per chi le prova, lo è ancor di più per chi ci sta vicino o cerca di farlo.

C‘è ovviamente il rischio di rimanere travolti da queste cose e di perdere, per un momento o per sempre, la persona o le persone a cui tenevamo. E questa è una realtà ancora più dura da mandare giù, perché se è vero che è orribile provare una sensazione di vuoto, lo è allo stesso modo quella di perdere una persona amata. Ancor più terribile e poi dibattersi nella pena, nel non sapere se cercare di riconquistare quell’affetto o lasciar perdere, perché probabilmente lo si crede compromesso per sempre.

Chi ci da quindi la risposta? Cosa si fa in questi casi? Non c’è una ricetta, come per molte cose. Ognuno ha il suo metro di giudizio, il suo modo di affrontare le cose. C’è chi rilancia sempre, chi batte in ritirata, chi soffre in silenzio, chi cerca di cambiare. Credo che alla fine, la risposta sia sempre dentro noi stessi. Magari non è facile da trovare, magari ci vuole un po’ di tempo ma poi con molta calma viene sempre fuori. Forse bisogna avere solo il tempo ed il coraggio di guardarsi dentro e soprattutto, di non smettere di sperare.



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