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Il dono dei magi

Da Atlantidekids @Atlantidekids

Questi paragrafi raccontano una storia, che è la storia di un uomo, giornalista e cronista che, per un incrocio di fato e sfortuna, si ritrova privo di realtà da raccontare, chiuso, da innocente, tra le mura di un carcere americano. È la storia di un giornalista che è vittima dell’ironia della sorte e, a causa di questa amara ironia, si scopre e si esercita scrittore, scrittore di short stories; questi racconti brevi li nutre di ciò che ha a disposizione: trasla l’esperienza di giornalista nel redarre storie inventate, iperrealistiche; considera con ironia ogni storia, ogni protagonista da lui inventato; scopre nuove realtà mentre familiarizza con una sola, quella della solitudine e della reclusione.

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit - Orecchio acerbo 2013

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit – Orecchio acerbo 2013

Si avvicina Natale e si porta, come ogni anno, appresso quella mistura dolce di gioia, ebrezza, generosità, luce, candore, rinnovamento e rinascita, attesa. Si avvicina il Natale e con esso quella mistura dolce giorno dopo giorno si fa carico di altri ingredienti che, in piccole dosi, non guastano, specie se tra di essi vi è l’osservare con distacco la frenesia dell’apparire.

Ecco, mi pare che O. Henry si conceda la libertà e la grazia di guardare ai protagonisti di questa sua storia di Natale (Il dono dei magi) con uno sguardo che ha le stesse caratteristiche dell’attesa, dell’attesa dei giorni che precedono il Natale: ama Della e ama il suo Jim quasi più di quanto loro stessi non si amino fra loro; ne tratteggia i contorni con una delicatezza materna che li rende amabili, come fragili, cristallini, da non toccare, solo sfiorare. Dei personaggi così carichi di intensità da mettere soggezione, da infondere tensione ad ogni parola, ad ogni loro piccolo moto, ogni piccolo passo.

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit - Orecchio acerbo 2013

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit – Orecchio acerbo 2013

Le parole, però, pesano, e nel descrivere rivelano quegli ingredienti in più che rendono unicamente gustosa la mistura di cui sopra: ironicamente tagliano laddove è eccessivo, considerano laddove è necessario. Dai gesti esagerati e emotivamente grotteschi di Della che urla e si dispera lasciandosi andare su un divano logoro che ne rivela la povertà, si passa a un resoconto distaccato e al contempo partecipe del contesto in cui la ragazza vive assieme al suo amore Jim, unica sua consolazione in una vita misera. Della ha un desiderio e il non poterlo realizzare la fa disperare; il desiderio è fare a Jim un regalo per Natale che sia degno di Jim. Non ha soldi, però, e non ha nulla di valore da vendere per procurarsene abbastanza. Nulla a parte degli splendidi e lunghissimi capelli. Non ci pensa su due volte e generosamente rinuncia alla sua cosa più bella (considerando però che forse Jim nella sua perfetta perfezione possa non apprezzarne più la bellezza senza di essa). Coi soldi che ne ricava compra a Jim una ricca catena da orologio, giacché Jim ne possiede uno da taschino prezioso che però non può mai sfoggiare a causa del cordino di cuoio con cui lo lega e, appagata, torna a casa a farsi dei ricci con la poca chioma che le resta, sperando di piacergli ancora. La storia prosegue lineare, fino all’ingresso in scena di Jim che nota, chiaramente, i capelli corti di Della. Da qui in poi si apre la via a quello che i greci antichi chiamavano aprosdoketon per rendere l’inatteso frutto dell’attesa, per deludere un’aspettativa o per sovvertire quella che ci si aspetta, per cui no, Jim non lascia Della, piuttosto gli eventi di rivelano molto più ironici e divertenti non perdendo mai il retrogusto così artatamente confezionato di amore, dedizione e rinuncia.

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit - Orecchio acerbo 2013

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit – Orecchio acerbo 2013

Da un albo sul Natale ci si aspetterebbe molto bianco. E anche per illuminare ogni tavola ci si aspetterebbe l’uso del bianco. No, qui Ofra Amit per illuminare usa il rosso. è il rosso della passione, il rosso intenso della generosità, della rinuncia del sé per l’altro; è quello delle stelle di Natale che ritornano in quasi tutte le tavole, imperando in alcune, in un flusso vertiginoso di colore. Così come sono vorticosi e avvolgenti i capelli di Della, lunga appendice dei suoi pensieri.

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit - Orecchio acerbo 2013

Il dono dei magi, O. Henry, Ofra Amit – Orecchio acerbo 2013

La prima tavole ritrae Della sul divano, gli occhi non visibili da un taglio che sposta la prospettiva sulle labbra rosse, serrate dalla tensione e dalla frustrazione che rimanda alle poche monete che, muovendosi da una mano all’altra, contano e sottolineano il disagio della donna. Nella penultima tavola, prima di lasciare spazio a un abbraccio rasserenante e pieno, è Jim ad essere seduto sullo stesso divano, anche lui privo di uno sguardo che è affidato al lettore che, anche stavolta, indugia sulle sue labbra, questa volta incurvate da un sorriso che cancella la stanchezza dalle guance adombrate dalla barba di una giornata molto faticosa e invita a voltar pagina e tornare indietro a cercare tracce (le catenine che si sostituiscono ai capelli di Della) della sorpresa finale, a cercare conferme di questo amore così profondo che  vive di stenti e vorremmo noi stessi nutrire e ci induce a farlo con letture e riletture.

il dono dei magi
Titolo: Il dono dei magi
Autore: O. Henry, Ofra Amit
Editore: Orecchio acerbo
Dati: 2013, 48 pp., 16,00 €

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