Un libro per gli scettici e i rassegnati certo ma anche per coloro che hanno dentro il “fuoco” ardente di comunicare la “buona novella”.
E, presupposto indispensabile, che accettano di buon grado la complessa ma non impossibile sfida del nostro tempo.
Un breve saggio, questo di Sivalon, che possiamo dire,senza tema di smentita, dovrebbe ricaricare le batterie un po’ a tutti.
Sia che essi operino nel vicino sia che stiano pensando a qualcosa di più impegnativo nel lontano.
Il clima culturale del postmoderno in generale scoraggia la diffusione della Parola in quanto è sinonimo molto spesso di relativismo, di sincretismo (quando ci si dice “impegnati” e si realizza magari soltanto una bella “insalata russa”, mettendo assieme i più disparati ingredienti) o addirittura di nichilismo o agnosticismo.
L’autore, che è stato non molto tempo addietro superiore generale dei missionari di Maryknoll, ci incoraggia, invece, ad accettare la sfida, che pur contempla interrogativi e paure di fallire, e lo fa con argomentazioni valide, portando a sostegno di essa non poche testimonianze.
Una lettura che, lasciati alle spalle i refoli impertinenti del caldo opprimente di città, può essere paragonata al respiro a pieni polmoni di una boccata d’aria fine al termine di un’ascesa in alta montagna.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)