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Il doodle di Google è per lo scienziato Niels Bohr

Creato il 07 ottobre 2012 da Franzrusso @franzrusso

127 anni fa nasceva Niels Bohr, scienziato danese, che diede un notevole contributo nella comprensione della struttura atomica e della meccanica quantistica. E per questo oggi Google dedica il doodle a questo grande scienziato, premio Nobel per la Fisica

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Dopo l’ultimo doodle animato, quello dedicato proprio al compleanno del più grande motore di ricerca della rete, Google ci propone un doodle classico di quelli che siamo abituati a vedere solitamente. Ma non meno importante come in questo caso.

Infatti il doodle oggi è dedicato a Niels Bohr che nacque 127 anni fa, scienziato danese i cui studi diedero un grosso contributo alla comprensione della struttura atomica e alla conoscenza della meccanica quantistica. Il doodle rappresenta una lavagna con sullo sfondo il logo Google dove la prima “o” è il simbolo dell’atomo.

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Tralasciando volutamente considerazioni di tipo scientifico, che non ci competono, è forse utile dire che Niels Bohr e Albert Einstein sono i due massimi fisici del XX secolo. Alcuni parlano di grossi dissidi, anche personali, tra loro, anche se dalla foto che riportiamo non sembra. Certo le differenze tra i due sono tanti, ad esempio Bohr porto avanti la sua attività di docente e ebbe diversi allievi, mente Einstein non ebbe mai, nel senso classico del termine. Bohr è conosciuto solo dagli specialisti mentre Einstein è considerato il più grande scienziato di tutti i tempi ed è famoso come una pop-star.

Curiosa la lettera che Einstein indirizza a Bohr nel 1926, nella quale fece la sua famosa osservazione sulla meccanica quantistica, spesso parafrasata come “Dio non gioca a dadi con l’universo“, a cui lui rispose “Non dire a Dio come deve giocare“. Più tardi, in una discussione dove John Wheeler proponeva la sua (e di Richard Feynman) interpretazione sui positroni, Einstein ripropose la famosa frase “Non riesco ancora a credere che Dio giochi a dadi“, aggiungendo anche “Ma forse mi sono guadagnato il diritto di commettere degli errori“. (fonte: Wikipedia)

 


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