Nel 2004 Peter Schwartz e Doug Randall, due esperti di pianificazione strategica statunitensi, redassero per conto del Pentagono un dossier in cui si prendevano in considerazione gli effetti del riscaldamento globale e delle conseguenti variazioni del clima terrestre. Sostanzialmente lo studio condotto rivelò che nei prossimi due o tre decenni, a causa dell'innalzamento della temperatura media di oltre un grado, forti sconvolgimenti climatici rappresenteranno il pericolo principale per la sicurezza dell'umanità. Le tempeste saranno più frequenti e violente; la Corrente del Golfo subirà un graduale rallentamento che comporterebbe un mutamento del clima atlantico; la piovosità in molte parti del mondo sarà più costante e intensa e, sommata all'inaridimento progressivo dei terreni coltivabili, renderà irrealizzabili le condizioni di vita basilari in molte parti del mondo. La concomitanza di questi ed altri fattori provocherebbe infatti carestie e carenze idriche che a loro volta potrebbero comportare sollevazioni popolari e migrazioni di massa, alle quali i paesi obiettivo delle stesse risponderanno innalzando barriere politico-militari, con conseguenti guerre. I conflitti, più precisamente, scoppieranno per il controllo delle risorse energetiche, idriche e dei territori da destinare all'agricoltura, con le zone del mondo più avanzate economicamente che andranno incontro ad un progressivo decadimento se non sostituiranno al consumo dei combustibili fossili quello delle fonti energetiche rinnovabili. Il rapporto fu censurato e insabbiato dai responsabili della Difesa statunitense. Questo, insieme alla costante mancanza di volontà dei paesi avanzati e di quelli emergenti nel dar vita ad una politica ecologica comune, rende l'idea della cecità di chi governa il mondo anche di fronte a possibili scenari catastrofici indicati non dai soliti "paranoici", ma da seri scienziati interpellati da loro stessi.
By Jitsu Mu
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