era successo che ieri sono tornata a casa e la casa sembrava un campo di battaglia. i parquettisti avevano impolverato anche gli angoli più remoti con segatura, polvere di roccia (hanno anche messo delle soglie di pietra) e ogni altra amenità. perfino priska era più chiara del solito, piena di polvere dallla testa alla coda.
il divano nuovo (in origine nero) era di un grigio topo, sembrava vecchio di anni e anni passati in soffitta.
ero una bestia. furiosa e posseduta dal dimonio vendicatore.
il povero HDC non sapendo cosa fare ha prima iniziato a pulire, poi mi ha preso e mi ha portato fuori a cena.
a cena mi è venuta la fame del lupo della tasmania, in più eravamo in un ristorante che a me piace molto e dove fanno le alici buone e hannoil vino buono e anche la pasta era buona e insomma, alla fine siamo usciti satolli e felici, come direbbe paperino.
ma verso le cinque stamani la vendetta dell’alice si è manifestata in tutta la sua potenza, insieme al vino, alle tagliatelle e al limoncello.
una gastrite cosmica mi ha svegliato e attanagliato.
mi sono ciondolata fino in cucina a cercare lo sciroppo di gomma e calcina che si usa in questi casi (fa schifo ma funziona, fa tipo un tappo di colla sullo stomaco) e sono tornata a letto aspettando tempi migliori.
la gatta dottoressa vibrissini, che risponde al nome di priska, ormai detta anche priskola, susina, sciabigatta e chi più ne ha più ne metta ha fatto una cosa che mi ha lasciato stupita e divertita.
generalmente lei monta sul letto, mi cammina sulla faccia con noncuranza e va a scegliersi il posto più caldo e chiotto di tutti, esattamente fra me e il guanciale.
poi dorme beata.
stavolta si è fermata a metà strada, si è acciambellata tra la pancia e lo stomaco, ha fatto un tondo bollente di pelo e coccole e mi ha tenuto caldo esattamente nel punto dove mi faceva male, facendo le fusa fino a che, entrambe, non ci siamo riaddormentate.
dopo un paio d’ore ho aperto gli occhi e ho pensato: “ah, bene, adesso sto meglio, non sento più nessun dolore”.
priska, come se avesse sentito i miei pensieri, si è sentita libera dalla funzione infermiera e, camminandomi sulla faccia è andata a mettersi nel solito posto.
grazie dottoressa vibrissini, è stato proprio bello farsi accudire da lei.