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Il Drago di Ghiaccio – Una fiaba di trasformazione

Creato il 26 maggio 2013 da Loredana Gasparri
Il Drago di Ghiaccio – Una fiaba di trasformazione Toh, mi è sembrato di vedere un drago. In questo blog attraversato da geishe, vampiri, dei del tuono, donne enigmatiche, feroci e poco convenzionali, i draghi stavano cominciando a brillare per la loro assenza. Rimediamo subito con George R. R.Martin e il suo drago di ghiaccio. Sì, è proprio lui. E’ uno degli autori più citati negli ultimi sei mesi, a causa del famosissimo e contestatissimo Trono di Spade. Le sue Cronache del Ghiaccio e del Fuoco tappezzavano una parte dello stand Mondadori al Salone del Libro. Il Trono di Spade viene citato anche dai comici, il suo trailer impazza su Rai4. Questo martellamento esteso non mi aveva ancora convinto. Tuttavia, un pezzo del Trono di Spade era già entrato in casa mia l’anno scorso, quando Marzia mi regalò Il drago di ghiaccio. Il libro di per sé, non ha nulla a che fare con il ciclo. E’ la storia di una bimba di nome Adara. “Adara amava più di tutto l’inverno, perché quando il mondo diventava freddo arrivava il drago di ghiaccio. Non era mai sicura se fosse il freddo a portare il drago, oppure il drago a portare il freddo. Era il tipo di domanda che in genere tormentava suo fratello Geoff, di due anni più grande di lei e insaziabilmente curioso, ma ad Adara non interessava più di tanto. Fintanto che il freddo, la neve e il drago di ghiaccio arrivavano come previsto, lei era contenta”. (George R.R.Martin, Il drago di ghiaccio, Oscar Mondadori Bestsellers, pag.11) La mia eroina. Così inizia la “favola”. E’ questo il termine che uso quando mi riferisco a questo libro, pensando al significato originario di breve componimento, o in prosa o in versi, con protagonisti animali, solitamente, e corredato di una morale finale. Nulla che implichi un pubblico di bambini, per intenderci. Perché Adara è la mia eroina? Perché ama soprattutto l’inverno; è la stagione in cui lei vive più felice, perché può rivedere il tenebroso e misterioso Drago di Ghiaccio, una creatura potentissima ed elusiva, quasi impossibile da catturare anche per il cacciatore e ammaestratore di draghi più esperto. Nessuno sa da dove arrivi, nessuno può dire di averne mai visto uno da vicino, tranne Adara. Il drago si reca da lei ad ogni inverno; all’inizio si accontenta di sedersi poco lontano da lei e guardarla, silenzioso e lontano come una statua. La bambina non ha alcun timore: prosegue i suoi giochi con le creature del freddo perfettamente a suo agio, attratta da quella splendida bestia inquietante. Piano piano, gli si avvicina, fino a salire sul suo dorso e a farsi trasportare in viaggi mozzafiato al di sopra delle nuvole. E’ il suo piccolo, grande e meraviglioso segreto, che non condivide con nessuno della sua famiglia: suo padre, un boscaiolo burbero, e suo fratello e sua sorella, due ragazzi solari e vivaci, completamente diversi da lei, diafana, distante, seria, così peculiare. Questa vita di Adara potrebbe continuare così per sempre: in attesa dell’inverno durante l’estate, e su per le nuvole con il suo adorato drago di ghiaccio che torna solo per lei. Scoppia una guerra. Dapprima lontana, un affare che sembra di facile risoluzione, una seccatura di breve durata. Ma sfugge di mano, e coinvolge sempre più persone, fino ad arrivare a minacciare la sopravvivenza della famiglia di Adara. Quando tutto sembra perduto, il drago di ghiaccio interviene...e Adara si trasforma. L’inverno lascia la sua presa su di lei, e la bambina entra nel calore e nelle risate della vita accanto a suo padre, che non ha mai smesso di amarla nonostante le sue caratteristiche così bizzarre, difficili da accettare. E’un libro dall’atmosfera dolce, positiva, che mi è piaciuto molto leggere come introduzione ad un autore che non conoscevo affatto, ma che mi incuriosisce sempre di più. Oltre ad essere il creatore del Trono di Spade, tramite le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco, ha pubblicato romanzi e racconti di fantascienza, con cui ha vinto diversi premi. Un paio di questi hanno nomi ammiccanti come il Premio Balrog e il Premio Bram Stoker. Come se non bastasse, è anche un collezionista di cavalieri in miniatura. Per farsi un’idea di questo autore, pesantemente influenzato da Lovecraft e Tolkien, il suo sito straripa di informazioni, e di immagini che farebbero la felicità di tutti gli amanti del fantasy.

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