Ho avuto sempre una posizione critica sul partito che incarna (o dovrebbe incarnare) il progressismo italiano, tanto che, in qualche caso e più di una volta, mi sono ritrovato a mettere la croce sulla casella della sinistra radicale. Eppure io repubblicano mazziniano rimango e ho il sospetto (non la certezza in quanto uomo pensante) di rimanerlo a lungo.Ora perché crolla in me la fiducia ancorché effimera nel Partito decidente Democratico?
Se vogliamo parlare dell’abuso delle primarie per poi non rispettarle e segarsi gli attributi da soli parliamone. Ne abbiamo ampia testimonianza. Se vogliamo parlare dell’antichità di certi meccanismi partitici che fanno impallidire il PCUS, tramite i quali vediamo funzionari di partito occupare posti in commissioni svariate (faccio nomi? Non li faccio ora) per non lasciare a culo per terra questo o quel fedelissimo lasciamo stare.
Parliamo invece della pronunciazione di Enrico Letta che segue di poche ore quella ancor più grave di Anna Finocchiaro. Letta è di poco valore e lo sappiamo tutti ma quello che afferma è di una gravità inaudita, aggravata dalla posizione più o meno ufficiale espressa dalla Finocchiaro in termini di riforma elettorale. Letta è pronto a consegnare l’Italia a Berlusconi piuttosto che tentare di capire i 5Stelle. La Finocchiaro non vuole le preferenze evidenziando la paura atavica del sedicente partito democratico nei confronti della democrazia
Cosa devo votare io, sinistroide anomalo ma rappresentante di una schiera di anomali come me? E chi lo sa? Domandatevelo voi, luminari della sinistra….
Luca Craia