23 novembre 2015
Se è vero che Salah è l'uomo che nel video del Daily Mail rivolge il kalashnikov verso una donna a terra ma non spara e la donna si rialza e scappa via, se è vero, come dice il fratello, che Salah non era radicalizzato, che era manipolabile, che all'ultimo istante forse si è tirato indietro, se è vero che anche i boia dello Stato islamico sono infuriati con lui perché non s'è immolato da kamikaze durante le stragi, e quindi ora abbiamo un Salah in fuga per le strade d'Europa braccato dal mondo intero con nella testa un pantano morale senza precedenti nella storia dei pantani morali d'oriente e d'occidente, e quindi ora abbiamo una donna che si è alzata ed è scappata da un bistrot un venerdì sera dopo aver visto l'occhio nero di un kalashnikov puntatole addosso, dopo aver visto - come si dice - la morte in faccia, una donna in fuga da un incubo, con nella testa un pantano morale che ha un unico precedente nella storia dei pantani morali d'oriente e d'occidente, ossia il precedente dell'uomo stesso che le ha puntato il kalashnikov addosso e che, all'ultimo, ha deciso di tirarsi indietro e di darsi alla fuga, se è vero che nel novembre del 2015 abbiamo questi due personaggi sotto le fitte nuvole d'Europa in giornate di ininterrotta battaglia, allora abbiamo il dramma dostoevskijano più grande di sempre, abbiamo un esorbitante romanzo europeo, abbiamo tutto quello che nessun autore al mondo oggi sarebbe capace di raccontare.
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