Le signore Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker tenevano, su Chi, una rubrica che si occupava di dare consigli alle donne vittime di stalking.
Io la rubrica non l’ho mai letta perchè mai ho sfogliato il mondadoriano settimanale “Chi“, neppure dal parrucchiere; immagino possano aver parlato con cognizione di causa essendo, l’una, avvocato e l’altra vittima del fenomeno.
Non si conosce bene la ragione (non siate maliziosi, il fatto che l’onorevole abbia autorizzato, in commissione giustizia, alcune audizioni per valutare le conseguenze del DDL sulle intercettazioni non c’entra una cippa), il problema è che non la conoscono neppure le autrici della rubrica, che non sapevano neppure del taglio riservatogli.
Tanto che la Bongiorno e la Hunziker non devono essere state soddisfatte della decisione del loro direttore editoriale e si sono così espresse: “tagliare una rubrica senza avvisarne le titolari è una mancanza di stile, ma ciò che ci lascia sgomente e ci offende profondamente è la ricostruzione dell’accaduto fornita dal direttore il dott. Alfonso Signorini.
In data 18 giugno è stata inviata via e-mail la rubrica della Fondazione Doppia-Difesa alla redazione di Chi. Questa rubrica non è mai stata pubblicata. Ma nessuno ce ne ha dato comunicazione preventiva. Ci siamo accorte della mancata pubblicazione, con grande stupore, giovedì 24 giugno, quando abbiamo aperto il giornale”.
Segue telefonata al vice redattore di Chi che le indirizza al direttore o al vice direttore.
Il giorno dopo lo stesso Massimo Borgins (vice direttore) avrebbe comunicato la motivazione della sopressione.
La rubrica era poco in linea con lo “spirito ottimistico e speranzoso del giornale”.
Ora, io capisco lo stupore della Hunziker; ma quello della Buongiorno?
Avrebbe ben dovuto sapere con chi aveva a che fare; se metti i bastoni tra le ruote, ma basta anche una briciola, al manovratore in qualche modo, prima o poi, la paghi.