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Il Duomo di Capodistria della Beata Maria Vergine Assunta

Creato il 26 gennaio 2014 da Yellowflate @yellowflate

capo2013L’inizio della diocesi capodistriana risale, secondo la tradizione alla prima metà del sesto secolo. Come suo primo vescovo viene menzionato san Nazario (524) protettore della città. Alcuni storici pongono l’inizio della diocesi nel secolo ottavo col primo vescovo Giovanni, altri nella seconda metà del secolo XII. Fra i vescovi più insigni va ricordato Paolo Naldini, che ha pubblicato la storia della sua diocesi (Corographia Ecclesiastica, Venezia, 1700).

Secondo la tradizione il Duomo attuale, risalente alla metà del secolo XVIII, sarebbe già la quinta ed in parte la sesta Cattedrale della città.

Il Duomo che presenta tre navate ha una lunghezza di 70 m e una larghezza di 25 m. La cripta sotto l’attuale presbiterio coll’altare di San Elio ed alla quale conducevano le scale da ambo i lati dell’altare maggiore fu nei lavori di restauro del Duomo (affidati a Giorgio Massari – 1716) riempita per ottenere il terrapieno per il nuovo coro.

LA FACCIATA costruita in due momenti evidenzia nella parte inferiore il gotico-veneziano (1392), nella superiore uno stile lombardesco (1488). Risale a questa data il prolungamento della chiesa fino alla facciata e al campanile, essendo prima fra essa e la chiesa un atrio romanico. Gli stipiti delle porte meridionali sono di Tullio Lombardo (sec. XV-XVI).

IL CAMPANILE ha un’altezza di 53 m, ed è di proprietà del Comune. Costruito in più stadi e fra i più antichi edifici capodistriani. Serviva come torre d’osservazione e difesa della città. La forma attuale risale all’anno 1664.

GLI ALTARI DEL DUOMO

- L’altare maggiore, dedicato all’Assunta, opera del proto-altarista piranese Gasparo Albertini, fu eseguito nel 1788. Nell’anno 1968 fu scomposto e riordinato secondo il progetto dell’architetto Tommaso Strukelj, rivolgendolo verso il popolo.

- Dietro l’altare maggiore si trova l’Arca di San Nazario, primo vescovo capodistriano (sec. XIV), nell’abside l’Assunta di Orazio Liberale (1573).

- Cappella del SS. Sacramento: l’altare proviene dalla chiesa soppressa di S. Chiara.

- Altare della Beata Vergine dei Servi fu trasportato qui dalla chiesa soppressa dei Serviti nell’anno 1806. La scultura lignea della Pietà è di scuola tedesca (sec XV).

- Altare dei SS. Pietro e Paolo, costruzione in marmo poi cromo, proveniente nel 1806 dalla chiesa soppressa di S. Domenico. La pala è opera – capolavoro del capodistriano Bartolomeo Gianelli (1824 – 1894).

- Altare dell’Immacolata, pala del Gianelli (1854).

- Altare di S. Barbara (1673), della Confraternita dei Bombardieri.

- Altare di S. Girolamo, opera dello scultore veneziano Alessandro Ternignan (1670), la pala è di Pietro Liberi (1605-1687).

- Altare di S. Marco, opera di G.B. Bettini di Portogruaro (1740), pala del pittore veneziano Stefano Celesti (1638).

- Altare del Crocefisso, opera marmorea dello scultore Scipione Biggi (1894).

OGGETTI DEGNI DI RILIEVO

Pulpito in legno, scolpito nel 1750 da Lorenzo Farolli in stile rococò.

Trono vescovile artisticamente intagliato (1730).

Stalli del coro, opera di Stefano Bendesi, intagliatore operante in Capodistria nel 1686 – 1687. Legno di noce con specchi in legno d’ulivo (1741).

Organo, 1773 opera del veneziano Gaetano Callido.

Fanali per le processioni, intagliati in legno, dorati. Opera veneziana del Settecento.

PALE PREZIOSE

1. MADONNA IN TRONO COL BAMBINO e i Santi, di Vittore Carpaccio, firmata e datata 1516 (di fronte al trono vescovile).

2. B. VERGINE COL BAMBINO IN TRONO fra i santi Nicolò di Bari e Giovanni Battista, dipinta intorno al 1537 da Benedetto Carpaccio (sopra il trono vescovile).

3. PRESENTAZIONE AL TEMPIO e STRAGE DEGLI INNOCENTI portelle d’organo di Vittore Carpaccio (ai lati della precedente).

4. ULTIMA CENA di Giacomo Beltrame dell’anno 1623, nella cappella del Santissimo.

5. NOZZE DI CANA di Antonio Zanchi (1639 – 1722) dietro l’altare maggiore.


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