Le tre “bufale”, una delle quali strumentalmente creata ad hoc, inanellate in rapida successione dai quotidiani italiani hanno riaperto il dibattito su velocità versus affidabilità del giornalismo al tempo, e secondo i tempi, dell’online.
Sul tema, se ve li foste persi, valgono la lettura il “botta e risposta” tra Giuseppe Smorto, co-direttore di Repubblica.it, e la redazione di di «Valigia Blu» ed anche il contributo di Filippo Sensi dalle colonne di «Europa», nonchè lo scambio di battute che segue su Twitter a partire dai due tweet sotto riportati.
La lezione giornalistica della pizza alla bufala di Letta: europaquotidiano.it/2013/06/29/la-… @Daniele_Manca @giusmo1 @riotta @marcobardazzi @lucasofri—
(@nomfup) June 29, 2013
@mante leggo solo ora e ti correggo: x @la_stampa ha corretto subito @marcobardazzi chiedendo scusa su Twitter http://t.co/L3eFkvWG0N—
Anna Masera (@annamasera) June 29, 2013
Dell’argomento scrive anche Davide De Luca, giornalista del «Il Post» che, a quanto capisco scorrendo il suo spazio all’interno del quotidiano all digital diretto da Luca Sofri, ha una spiccata attenzione verso il fact checking, in un articolo in cui parla di quello che definisce “Il giovedì nero della stampa italiana”.
Nell’articolo, dopo aver sinteticamente descritto le diverse sfaccettature dei tre casi, l’autore si addentra in un’analisi che partendo dall’inseguimento dell’audience da parte dei giornali online analizza quelli che a suo avviso sono i tre modelli del giornalismo online. Analisi durante la quale si afferma che il «The New York Times» avrebbe il doppio dei visitatori unici del «Mail Online».
A dicembre comScore aveva diffuso i dati degli utenti unici dei siti dei primi dieci quotidiani nel Mondo. Dato ripreso anche all’interno di “The State of The News Media 2013″ del marzo di quest’anno, che ripropongo qui di seguito per facilità di lettura, dal quale emerge chiaramente come il «Mail Online» sia, ahimè, il giornale online con la maggior audience; un audience superiore anche a quella del «The New York Times».
Aspetto non trascurabile, al di là della leggerezza complessiva con la quale viene effettuata l’analisi di mercato, che viene prontamente segnalato su Twitter dall’amico Nicola Bruno all’autore ma che, al momento della redazione di questo articolo, non sortisce effetto alcuno né in termini di risposta [e ringraziamento?] alla segnalazione e neppure di correzione del testo dell’articolo che resta invariato in home page.
Paradossalmente l’articolo di De Luca si conclude affermando che:
Ma il giovedì nero della stampa ha aperto (anzi: riaperto) un dibattito sul rigore e sulla precisione, che, come abbiamo già scritto tante volte, sono alcuni dei problemi più grossi che affliggono la stampa in Italia.
Appunto! Il fact checking del fact checker.