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IL FALCO E LA ROSA, ed. Mondadori n. 1000

Creato il 27 marzo 2012 da Juliette1804

IL FALCO E LA ROSA, ed. Mondadori n. 1000ECCO UNA BELLA CHICCA IN USCITA AD APRILE PER FESTEGGIARE IL NUMERO 1000 DELLE USCITE MONDADORI IN EDICOLA! UNA RACCOLTA DI 7 SPLENDIDI RACCONTI STORICI SCRITTI DA ECCELSE AUTRICI….

ORNELLA ALBANESE
È stato un lavoro lungo un anno. Il progetto è nato lo scorso marzo e ricordo i primi tempi di grande entusiasmo: decine, forse centinaia di mail per decidere i periodi storici e le trame. Io avrei voluto godermi quel periodo di gestazione, ma stavo lavorando con tempi brevissimi a un altro romanzo, non riuscivo a concentrarmi con tanto anticipo. Le mie amiche mi avevano lasciato libero il Medioevo, sapendo che lo amo moltissimo; io invece stavo lavorando con troppa intensità proprio su un medievale e avevo solo bisogno di cambiare aria. Così ho studiato la scaletta dei periodi e ho trovato un piccolo spazio nel 1500. L’ho preso al volo, anche se era un secolo nuovo per me, o forse proprio per questo. Firenze nel 1500, ci pensate? Proprio nel periodo di massimo fulgore dell’arte. E infatti, per Celeste, la pittura è magia e passione…

MARIANGELA CAMOCARDI
Reduci da “Amori sull’ali dorate”, chi immaginava che un’antologia che apparentemente sembrava semplice richiedesse in realtà un’attenzione superiore al previsto? Sette racconti legati da una tematica comune significa far coincidere altrettante fervide menti che creano romanzi ognuna con il proprio stile. C’è voluto un anno per elaborare “Il falco e la rosa”, cercando non solo di far collimare quei dettagli che servivano da collante, ma anche nel rendere coinvolgente la saga Monfalco. Io mi sono avventurata nel fastoso Seicento fiorentino con Olivia e Lapo, i protagonisti del mio racconto “Per amore di una strega” e, ve lo assicuro, è stata un’esperienza che giudico assolutamente unica nel suo genere.

 

ROBERTA CIUFFI
Il racconto è sbocciato nella mia mente con l’immagine del più elegante dei mezzi di trasporto: una Rolls-Royce Silver Ghost. A bordo, anch’essi elegantissimi, due giovani sposi. Allegri, innamorati, aperti al futuro. Inconsapevoli ancora dei problemi di una relazione agli inizi. Quella macchina è stata la responsabile della collocazione temporale di “Un letto di gigli e di rose”. Lo confesso. Nient’altro. Essendo stata commercializzata nel 1907, mi poneva il problema di ambientare una storia in un periodo poco frequentato nel romance. Ho deciso però che ne valesse la pena. Spero che la pensiate anche voi allo stesso modo.

 

MIRIAM FORMENTI
Non ho avuto dubbi quando ho pensato che i protagonisti del mio racconto avrebbero vissuto la loro storia d’amore nel Medioevo. Ho infatti immaginato subito un cavaliere deciso e coraggioso, Lanfranco di Monfalco, di ritorno a Firenze ricco d’onore e di denaro, razziato a Costantinopoli durante la quarta crociata. Con lui troviamo la sua bambina e Rosa, una giovane donna che pare abbruttita da anni di schiavitù e che Lanfranco ha comprato per pietà. Rosa è una donna forte che ha molto sofferto. Una donna che fantastica e spera, senza crederlo davvero, di riuscire a far innamorare di sé quel cavaliere affascinante. Ci riuscirà e, insieme, daranno vita a una dinastia in un palazzo che nasconderà segreti, mentre il loro amore verrà raccontato dai loro discendenti come una leggenda.

 

MARIA MASELLA
Appena abbiamo deciso di ambientare la nuova antologia a Firenze, ho subito visto come protagonista Bruno Morego che in “Bella mia!” stava partendo con i Mille. La scelta successiva è stata quasi obbligata: l’anno sarebbe stato il 1865, quando Firenze venne proclamata “Capitale del Regno d’Italia”. Avrei scritto una storia d’amore fra il mio Bruno, repubblicano convinto, e una giovane nobile fiorentina, una Monfalco. Non sarebbe stato però il primo incontro, perché volevo dare la sensazione di quegli anni, dei cambiamenti che si stavano verificando. Dal 1860 al 1865 anche i miei due protagonisti sarebbero cambiati, forse avrebbero perso qualche illusione. Avrebbero imparato, però, a riconoscere l’amore, ad accettarne la forza che scompiglia le carte. Avrei scritto una storia d’amore, ambientata in un periodo che mi piace e con un pizzico di giallo…

 

THERESA MELVILLE
Questa esperienza è stata un’incredibile palestra di scrittura. Avendo sempre vissuto il lavoro in una dimensione intima e privata, l’idea di doverlo condividere mi disorientava. Ma se c’è qualcosa che ci accomuna a tutte e sette, quello è l’entusiasmo per il nostro lavoro, e l’entusiasmo è stato un grosso sprone. Dallo scambio delle sinossi fino alle fasi finali del progetto, abbiamo condiviso non solo la scrittura ma anche le nostre storie personali. Mentre raccontavamo le vicende dei Monfalco, ci raccontavamo come donne. Ho imparato molto. Non è stata solo una palestra di scrittura, ma di vita. Il falco e la rosa è il risultato di un grande impegno e di un profondo amore per la scrittura. Con tutto il cuore, spero che le lettrici lo apprezzino.

 

PAOLA PICASSO
L’anno scorso, mentre partivamo da Firenze, Marzio Biancolino ci ha proposto questa antologia e io, conquistata dall’idea, ho chiesto di poter ambientare il mio racconto nella Firenze dei Medici, dominata dalla figura del Magnifico. Il mio entusiasmo era tale che ne ho scritto la trama in aereo, mentre tornavo a Roma. I due protagonisti, Costanza e Raniero, si sono inseriti nel racconto quasi per moto proprio e mi hanno raccontato il loro amore travagliato e appassionante. Collegare tra loro sette storie non è stato semplice, ma so da molto tempo che le scrittrici hanno un canale di comunicazione privilegiato, un’empatia, che permette di superare qualunque ostacolo.

BOOKTRAILER:

IL FALCO E LA ROSA, ed. Mondadori n. 1000

 



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