Il Falco torna al vecchio nido

Creato il 04 agosto 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

È durata solo un anno l’esperienza di David Hawkins alla corte di Pianigiani. Una stagione nella quale l’ex Temple ha avuto modo di inaugurare la propria bacheca personale di successi, così da tornare a Milano con uno slam italico in carniere.
Per giudicare questa mossa di mercato bisogna tenere presente le abitudini contrattuali di Hawkins, che non ha fatto mai nulla per nascondere la sua volontà di monetizzare il più possibile la sua attività di professionista. Così si spiegano i contratti rinnovati all’ultimo momento con Roma, o il mancato rinnovo con l’Olimpia nel giugno del 2009 e così, assai presumibilmente, va spiegato il ritorno in biancorosso. La ragione più probabile è che, molto semplicemente, Milano abbia presentato un’offerta economicamente più vantaggiosa.
La società di Minucci ha proposto a Hawkins, con il quale era stato siglato un accordo 1+1 con uscite fissate dal contratto, di estendere il secondo anno su due ulteriori anni, con una riduzione dell’ingaggio annuale. La guardia americana ha rinunciato, pagando 20.000 dollari e uscendo dal contratto, per fare ritorno in Lombardia. Le indiscrezioni sulle cifre parlano di Hawkins come il primo giocatore dell’era Armani a raggiungere il milione di euro di ingaggio.
Tutte le altre spiegazioni (nuove regole sui passaporti, un impatto buono ma non eccezionale del Falco, soprattutto in Eurolega, qualche difficoltà ad inserirsi nei meccanismi dell’attacco senese) possono contribuire a spiegare perché, in fondo, questo divorzio lasci entrambi i “coniugi” soddisfatti, ma non spiegano i motivi del divorzio stesso.
Il ritorno del Falco a Milano dal punto di vista tecnico è un ottimo affare: Bucchi in questi anni milanesi ha mostrato di non saper valorizzare i giocatori di sistema, sia in attacco – troppo spesso dipendente dalle lune dei singoli giocatori – sia in difesa. In quest’ottica, un giocatore come Hawkins, difensore pressoché insuperabile nell’1vs1 e capace di trovare soluzioni offensive “solitarie” è manna dal cielo. Anche il reinserimento dell’americano in maglia Olimpia di piazzale Lotto non dovrebbe creare troppi problemi: l’anno scorso Proli ha mollato il colpo di fronte a un’offerta senese che non riteneva di dover pareggiare, ma non c’è stata una rottura di rapporti tra la società e il giocatore. La squadra che Hawkins ritrova a Milano è invece sensibilmente diversa, con i soli Mordente e Rocca superstiti della squadra che seppe sconfiggere il CSKA campione d’Europa nel dicembre 2008.
Ci si potrebbe attendere qualche problema in più con il pubblico, che ad Hawkins ha riservato fischi in occasione di tutte le partite con Siena, e accuse di “tradimento”. Il Falco però non è giocatore da farsi condizionare, e anche le prime dichiarazioni dopo il ritorno sono state all’insegna del “pubblico meraviglioso”. Gli basteranno un paio di recuperi per farsi amare nuovamente.


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