di Iannozzi Giuseppe
Quel giorno il vecchio critico sfogliò la prima e l’ultima pagina del voluminoso libro che gl’era stato inviato affinché lo recensisse. Tutti i colleghi s’erano prodigati come scimmie, tutti avevano detto che il romanzo non poteva che essere l’opera prima d’un genio; ma il vecchio consumato critico solo si limitò a dire ch’era il primo e l’ultimo fallimento di chi aveva creato il niente in mezzo a mille pagine scritte fitte fitte.
Il giorno dopo sulle colonne del prestigioso Letterario apparve la recensione: “Il niente occupa sempre troppo spazio.”