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Il falò delle vanità

Creato il 13 luglio 2015 da Alessandro Moccia @cinemainpixel

10572_bigIRIS (canale 22) ore 21:00

Una deviazione di percorso indesiderata, uno pneumatico ad intralciare il cammino, due rapinatori che fiutano il colpo facile, la compagnia di una donna che non doveva nemmeno esserci in quella macchina. La casualità degli eventi come pretesto per raccontare la discesa di un lupo di Wall-Street inserita in una disamina spietata e crudele della società americana di allora. Questa è la storia in breve del romanzo omonimo (da cui è tratto il film) di Wolfe, attento osservatore, ma da un certo punto di vista anche profetico, considerando la persistente validità di ciò che viene raccontato.

Stavolta Brian De Palma sceglie la commedia (il genere dei suoi primi lavori da regista), la degenera nel grottesco e la condisce di un eccesso così alto da suscitare profonda inquietudine. Non si salva nessuno: la madre del ferito che brama il risarcimento; il prete di colore che strumentalizza la vicenda per alimentare i suoi fanatismi; il procuratore in cerca di voti per le imminenti elezioni; l’avvocato in erba che annusa la possibilità di un’enorme carriera personale; i poliziotti desiderosi di chiudere la vicenda e prendersi i meriti. In mezzo ai numerosi fuochi troviamo il protagonista, Sherman McCoy, un ricco e ingenuo operatore di borsa che specula a scapito dei risparmiatori e snobba la moglie ritenendola non all’altezza del suo successo economico e della sua posizione nella società. Colpevole sicuramente, ma allo stesso tempo vittima di un sistema che non cerca la verità, ma il successo personale. A cominciare dal cronista decaduto, Peter Fallow, interprete attivo e narratore fuoricampo della vicenda, che vede la vittoria ad un passo e non esita ad assecondare il sudiciume che circonda il mondo intorno a lui pur di sfruttare la notizia a proprio favore. È l’unico a salvarsi almeno dal sentimento di ipocrisia, ma fino a che punto ciò che ci racconta appartenga alla realtà o meno non è dato saperlo. Ciò che sappiamo è che libertà e giustizia sono solamente due concetti, due voci illustri del vocabolario, due utopie nascoste dietro la legge del pesce più grosso, che vige tanto nella strada quanto nei salotti.

Snobbatissimo da critica e pubblico dell’epoca, questa pellicola sembra avere una tardiva rivalutazione in questi anni. Interpretazioni sopra le righe, ma che omaggiano i classici, una colonna sonora bellissima e mai invadente, un piano sequenza iniziale da brividi: basterebbero questi elementi a coprire i difetti di una sceneggiatura forse troppo moraleggiante, ma fruibile e senza quelle sfumature che ne avrebbero appesantito inutilmente il tono.


Archiviato in:Il cinema dal divano Tagged: Brian De Palma, Bruce Willis, Il falò delle vanità, Kim Catrall, Melanie Griffith, Morgan Freeman, Tom Hanks

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