Riceviamo dal signor François Burgay e volentieri pubblichiamo.
Le Elezioni europee permettevano di esprimere fino a 3 preferenze: quale miglior occasione per gli strenui sostenitori di questo sistema elettorale per esercitarle tutte e tre? O quanto meno due? Come sono andate le cose?
Tra i movimenti che osteggiano una legge elettorale senza preferenze vi sono il M5s e NCD. Tra quelli che invece si fanno promotori di una legge elettorale con le mini liste bloccate vi sono FI ed il PD.
Di seguito riporto i rapporti (numero di preferenze/voti alla lista) per ciascun partito politico. Si indica di fatto quante preferenze sono state assegnate mediamente per ogni voto dato alla lista.
M5s: 0,32 (0,14 Nord-Ovest, 0,17 Nord-Est, 0,24 Centro, 0,40 Sud, 0,63 Isole)
NCD: 0,79 (0,57 Nord-Ovest, 0,47 Nord-Est, 0,80 Centro, 0,94 Sud, 1,19 Isole)
FI: 0,47 (0,32 Nord-Ovest, 0,18 Nord-Est, 0,49 Centro, 0,72 Sud, 0,63 Sud)
PD: 0,55 (0,28 Nord-Ovest, 0,37 Nord-Est, 0,45 Centro, 0,74 Sud, 0,89 Isole)
Come si è visto, nonostante la possibilità di esercitare delle preferenze, la grande maggioranza degli elettori non ne ha espressa nemmeno una. Il partito con la media più bassa in assoluto è il M5s. Curioso perché proprio il movimento di Grillo è quello che ha mosso le accuse più forti nei confronti dell’Italicum e sull’assenza delle preferenze. E’ anche curioso vedere la sperequazione che c’è tra circoscrizioni del Nord e quelle del Sud. Al Sud sono state attribuite fino a 3 volte più preferenze di quelle date al Nord.
La domanda quindi è: in un Paese in cui ci si informa poco e in cui i cittadini sono i primi a premiare i delinquenti, le preferenze sono davvero la via migliore? Non ho una risposta, voi cosa ne pensate?