Data la mancanza di spina dorsale e l’ossequienza al secessionismo della “sinistra” in Europa, chi resiste all’espansionismo tedesco in Europa orientale, nei Balcani e, forse, in Russia, in Ucraina e sul Mar Nero non può razionalmente nutrire alcuna speranza nella socialdemocrazia europea, che ad ogni modo, dopo il disastro delle elezioni francesi del marzo 1993 e la farsa italiana partiti-parlamento, è in uno stato di crisi quasi terminale. Quando parliamo del “sogno tedesc…o” non pensiamo, naturalmente, a cose moralmente buone o neutre, tipo i sogni individuali del singolo tedesco per se stesso, la propria famiglia, i vicini e gli amici. Pensiamo alla direzione verso cui l’economia politica della Germania sta trascinando la gran maggioranza dei cittadini tedeschi di tutte le classi. Niente di quanto è accaduto dopo la fine della Seconda guerra mondiale ha portato la Germania fuori dall’”ecosistema” capitalista-colonialista. È logico che il “sogno tedesco” sia un’Europa guidata dalla Germania che europeizzi una volta ancora la Russia. È un nuovo sogno del vecchio Drang nach Osten.
Hosea Jaffe – “La Germania. Verso un nuovo disordine mondiale?”, Jaca Book, 1994