Oggi voglio portarvi a visitare un paesino toscano, vicino Pisa. Un paese fantasma, per l'appunto, ma reso fantasma...a causa di un fantasma.
Chi si addentra per per la prima volta a Toiano, paesino nel comune pisano di Palaia, rimane subito colpito per una cosa: il silenzio tombale che vi dimora.
Non c'è nulla. Solo silenzio, rotto dal fruscio del vento tra i rami. Un posto meraviglioso...eppure qualche brivido lo si prova.
Un po' come Ca' Scapini, il paese dei bambini perduti.
Non ci sono storie di pestilenze che accompagnano la fine di questo grazioso borgo, che però bisogna dirlo, in tempi recenti sta tornando ad essere popolato, con il recupero di alcune case utilizzate per le vacanze. Non si sa nemmeno perchè sia stato abbandonato: il progresso forse, le poche comodità, il disagio di salire la ripida collina che a Toiano conduce...Ma lì, tra le verdi colline pisane, e i calanchi grigio-ocra di sabbia, è un panorama davvero splendido...
E il bello, o il brutto a seconda dei casi, è che tutto parte da una storia vera. I boschi di Toiano furono infatti testimoni di un fatto di sangue che fece molto scalpore: il delitto del Corpus Domini, il 5 giugno 1947.
Tutti furono sconvolti e nello stesso tempo attratti dal terribile assassinio della "bella Elvira", come veniva comunemente chiamata Elvira Orlandini, una splendida ragazza di appena ventidue anni, trovata sgozzata presso il Botro della Lupa, un bosco vicino a casa, dove era andata ad attingere acqua ad una sorgente.
Sgozzata, dopo essere stata ripetutamente violentata e picchiata.«I parenti, dopo averla cercata per ore, la trovarono priva di vita, il corpo insanguinato parzialmente nudo. Una coltellata le aveva quasi staccato la testa dal collo. I carabinieri cercarono a lungo, ma il coltello non fu mai trovato e mancava anche un indumento intimo che Elvira indossava quando uscì di casa. Incolparono il fidanzato, Ugo Ancillotti, contadino anche lui, che fu poi assolto dopo due anni di carcere e alla fine di un processo che si trasformò in psicodramma collettivo. Cominciò di fronte alla corte di assise di Pisa nel marzo 1949 ma fu presto trasferito a Firenze per "legittima suspicione", tale era la pressione dei curiosi che ogni mattina si presentavano a centinaia di fronte all'aula, con gli animi accesi, divisi fra innocentisti e colpevolisti. C'era chi voleva vedere la "belva" di Toiano condannata senza pietà, chi prendeva le difese del bravo giovane appena reduce dalla guerra. Ma anche a Firenze il processo non si svolse in un clima sereno. Avidi di particolari intimi sulla storia d'amore di quei due contadini e sui sospetti che venivano sollevati sulla condotta della "bella Elvira", gli spettatori del processo parteciparono con inusitata veemenza al dibattito. Provocarono addirittura incidenti, ci furono scontri, tentativi di aggressione ai testimoni ritenuti reticenti e più di una volta i carabinieri furono costretti a sgomberare l'aula e sedare i tumulti. Almeno duemila persone si affollavano ogni giorno davanti all'edificio della corte d'assise di Firenze, allora in piazza della Repubblica, e i bookmaker clandestini raccoglievano scommesse aggiornando le quote di ora in ora a seconda dell'andamento del processo.
Cimitero di Toiano
Del delitto di Toiano si cominciò a parlare anche all'estero e non mancarono neppure i rabdomanti, i maghi, le lettere anonime. In una sola giornata il presidente della corte d'assise di Firenze ne ricevette quindici. Tutte con il nome del vero assassino, che non era quello dell' Ancillotti, ma un altro che correva di bocca in bocca. Il paese di Toiano divenne popolare in tutta Europa. Il culmine si ebbe il 14 luglio 1949, quando i giudici decisero di compiere un sopralluogo al Botro della Lupa, dove Elvira aveva incontrato il suo assassino. Mentre giudici, avvocati e cancellieri stanchi e accaldati si fermano a bere alla sorgente, intorno fanno ressa centinaia di persone, solo una piccola parte di quelle che si erano mosse per andare al Botro della Lupa. Le altre, tentando di aggirare i posti di blocco dei carabinieri, non riuscirono a orientarsi nei sentieri intorno a Toiano e si persero nei boschi dove vagarono fino a notte inoltrata. Poi l'assoluzione di Ugo Ancillotti per insufficienza di prove e il suo ritorno in paese da trionfatore.»
Elvira Orlandini: il fantasma di Toiano?
Un delitto rimasto insoluto, e un mistero ancora del tutto aperto: il volto sorridente della povera contadina oggi è visibile sul ceppo di marmo che è stato eretto lungo la strada che collega Palaia e Toiano. Molte persone le portano dei fiori, per ricordare questa sventurata, l'ennesima morte senza un perchè, senza un colpevole...Elvira è rimasta nei cuori di tutti, per il suo volto dolce e sorridente...Se chiedete in giro, tra i vecchi dei paesi vicini, ancora oggi molti si prestano ben volentieri a parlare della "bella Elvira".
Ma Elvira spaventa anche, se è vero che, subito dopo il delitto, strane visioni interessarono il paese di Toiano, visioni di una bella ragazza con i capelli neri, un lungo abito rosso vermiglio, rosso però del suo sangue, versato dalla gola recisa. Un'apparizione che sembrava ricordare proprio il delitto della povera Elvira...e ci furono molti, in paese, che giurarono di aver visto il fantasma di Elvira passare di casa in casa, come l'angelo della morte di biblica memoria, osservando chi quelle case abitava...e cercando, cercando tra quelle mura il proprio assassino...senza trovarlo, questo è vero, se ancor oggi il delitto resta insoluto e Elvira non è ancora stata vendicata. Però il fantasma di Toiano continua ad aggirarsi tra quelle case spettrali, cercando e pretendendo, com'è giusto che sia, giustizia!
Prossimamente, su questi schermi, un'ospite d'eccezione che parlerà di un luogo misterioso...già visitato su Pensierospensierato, ma del quale un "addetto ai lavori" darà una visione...particolarissima... Stay tuned!