Perchè il ponte di Rialto è forse l'attrazione, se così possiamo chiamarla, di tutta l'isola, uno dei monumenti più famosi e celebri della Serenissima.
In sottofondo suona La Serenissima, celebre pezzo targato Rondò Veneziano...e ascoltandola come spesso mi capita di fare quando voglio trattare di qualcosa che riguarda Venezia, mi sono ricordata di una storia letta qualche tempo fa in Leggende veneziane e storie di fantasmi di Alberto Toso Fei, una storia che parlava proprio del ponte di Rialto e del suo fantasma.
Il disegno di Da Ponte, forse troppo pretenzioso, condannava ogni notte il ponte: quello che era stato costruito di giorno, la notte collassava in pieno Canal Grande, e non sembrava ci fosse alcun modo per risolvere il problema. Gli uomini erano in preda alla disperazione, le casse della Serenissima erano a corto di denaro e il ponte cominciava a costare davvero troppo.
A capo dei lavori vi era Sebastiano, giovane ambizioso e volonteroso. Sebastiano era disperato per i continui crolli del ponte, e non sapeva davvero come fare per risolvere il problema. Poichè gli incidenti capitavano di notte, decise di nascondersi vicino al cantiere e osservare bene ciò che avveniva perchè, furbo com'era, si era reso conto, o almeno aveva sospettato, che vi fosse una qualche sorta di "maleficio" che gravava sul ponte. E difatti, una notte, mentre stava lì nascosto, ecco il ponte collassare su se stesso,ecco l'arcata piombare con un frastuono indescrivibile in canal Grande, ed ecco, soprattutto, una risata agghiacciante, diabolica, che proveniva da dietro le sue spalle.
Sebastiano, accecato dalla cupidigia e desideroso di portare a termine il lavoro, accettò senza pensarci quasiasi prezzo il diavolo gli avesse imposto, purchè il ponte venisse completato. Gli disse che avrebbe dato volentieri la sua anima, se era questo ciò che il diavolo voleva.
Il maligno sorrise, e rispose che non era la sua anima quella che voleva, ma quella del primo che fosse passato sul ponte.
Sebastiano accettò. Aveva bisogno di molti soldi, e sicuramente la Repubblica di Venezia gli avrebbe pagato la costruzione del ponte profumatamente quando i lavori fossero stati conclusi...e poi aveva un figlio in arrivo. Sua moglie Chiara, infatti, era incinta e di lì a poco sarebbe nato il suo primogenito.
In men che non si dica, il diavolo chiamò a raccolta i suoi seguaci e in breve tempo il ponte fu eretto. Solido e sicuro collegava le due sponde del Canal Grande, e non sarebbe mai più crollato. Sebastiano era raggiante, ma s'incupì un poco quando il demonio, prima di sparire, gli ricordò la promessa che gli aveva fatto: l'anima del primo che fosse transitato sul ponte sarebbe stata sua.
Non aveva però fatto i conti col diavolo, che sicuramente non aveva intenzione di lasciarsi gabbare così da un semplice omuncolo...e difatti il diavolo si trasformò in un manovale e corse a casa di Sebastiano, per avvisare sua moglie che il marito aveva avuto un grave incidente. Subito la donna corse al ponte, e lo attraversò...
Potete immaginare la tragedia.
Sebastiano, che stava ai piedi del ponte, dall'altra parte, vide arrivare di corsa la moglie, e invano le urlò di fermarsi, di non attraversare la struttura, di tornare indietro. Fu tutto inutile.
La donna attraversò il ponte di Rialto e, giunta dall'altra parte, si accasciò al suolo, in fin di vita.
La risata del diavolo riecheggiò nell'aria: aveva avuto la sua vittoria, prendendo l'anima del primo che avesse attraversato il ponte. E in più punì severamente Sebastiano per aver tentato di imbrogliarlo: oltre all'anima di Chiara, il primo che aveva passato il ponte, si prese anche l'anima del bambino che Chiara portava in grembo.
Una volta, un vecchio gondoliere che passava sotto al ponte sentì qualcuno che starnutiva. Come d'abitudine, disse come si conviene "Salute"!, e una vocetta infantile gli rispose "Grazie!": era l'animuccia del piccolo, che grazie a questo gento di compassione fu salvata e poté volare in cielo, dov'era il suo posto.
Una storia simile, ma con esito decisamente diverso, si racconta anche riguardo il Ponte del Diavolo di Torcello, la cui storia ho raccontato molto tempo fa...