Nell’aria un sottile odore di osso succoso
seguo la scia sbavando e leccandomi
ma il mio padrone ha solo alzato la mano
e fatto un gesto indefinito
l’osso ce l’ho messo io.
Ora non c’è nemmeno più quel “vedrai”.
Un muro, col cuore di calcina,
di pietra refrattaria, insensibile.
Sento il mio amore contrarsi
come la materia di un buco nero.
Finché la luce di questa estate mi vorrà viva
vedrò la vita dal crepuscolo,
ma, se posso scegliere, voglio un faro,
una torre in mezzo al mare,
con una piccola spiaggia.
Sentirò il rumore delle onde
dalla mia finestra
la risacca laverà via il dolore
mi purificherà.
Ogni granello di sabbia
ogni guscio di granchio seccato al sole
saranno intrisi del mio amore.