23 OTTOBRE – Dopo il precedente “Guida alla Verona Templare” stampato qualche anno fa, Uberto Tommasi torna in libreria per parlare del mondo scudocrociato con “Secretum Templi”, la sua ultima fatica letteraria.
Il volume, edita dalla prestigiosa casa editrice scaligera Dalmograf, si concentra ancora una volta sul grandissimo il patrimonio templare, ricco di simboli e archetipi, che si trova spesso sotto i nostri occhi e di cui conosciamo poco, se non nulla. Leggendo i libri di Tommasi, infatti, si scoprono le ragioni dell’esistenza di elementi architettonici che nascondono verità che si perdono nella notte dei tempi. L’opera del giornalista, fotografo e scrittore veronese nasce dall’insieme di conoscenze e intuizioni raccolte durante la sua attività di reporter, svolta spesso in Medio Oriente dove ovviamente la presenza dei Templari è stata storicamente importante. Da lì Tommasi è tornato nella sua terra natale con elementi decisivi per codificare i misteriosi simboli disseminati in Italia e, naturalmente, anche nel territorio veronese. E dopo aver iniziato con la “Guida” la sua investigazione nei confronti di questa misteriosa “fetta” di storia, con “Secretum Templi” l’autore arriva a decifrare definitivamente l’epopea templare, storicamente durata soltanto due secoli e terminata nel modo più tragico e terribile con l’eliminazione nel famoso venerdì 13 (da cui la superstizione negativa) dell’ottobre 1307.
Ma da dove nasce questa passione di Tommasi per il mondo Templare? Dalla cronaca nera della Parigi degli Anni Sessanta, quando lo scrittore si trovava nella capitale francese e scopre una serie di avvenimenti legati alla pubblicazione del misterioso libro “Le serpent rouge” – incentrata su una misteriosa vicenda templare, descritta per enigmi – i cui autori (e altre persone che ruotavano attorno alla pubblicazione del libro) furono trovati morti (con una messinscena che ne ha inscenato un improbabile suicidio per impiccagione) il giorno stesso della pubblicazione. Tommasi, che lesse il libro nel ’68, comincia, con la curiosità tipica del giornalista, ad indagare e nel corso degli anni arriva a pubblicare, appunto, alcuni libri ispirati da quell’evento e dagli studi intrapresi successivamente. La sua indagine, dichiara, in realtà non è ancora terminata e anzi, in maniera molto umile chiede quasi l’aiuto dei suoi lettori per continuare a trovare elementi che possano aiutarlo ad avvalorare le tesi descritte nelle sue opere.
I Templari erano un ordine monastico-guerriero che aveva come obiettivo , ma rappresentavano soprattutto un’entità politica e militare potentissima: avevano ricchezza, appoggi in alto soprattutto, un patrimonio più o meno esibito e condiviso di conoscenze. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si concentra l’ultimo libro di Tommasi, il quale propone una teoria, particolarmente suggestiva, su quali possano essere i veri motivi che abbiano poi portato all’annientamento dell’ordine templare da parte di Filippo il Bello. Il grande patrimonio templare è stato in gran parte incamerati dagli altri ordini religiosi presenti all’epoca, ma il cosiddetto “tesoro”, ammesso che esista, non è stato ancora individuato. Probabilmente, sostiene Tommasi, non si tratta di beni materiali ma di conoscenze che sono state tramandate soltanto in modo criptico. Conoscenze che avrebbero forse messo in crisi la stessa Chiesa – ne parla anche Dan Brown nel suo celebre “Il codice Da Vinci” – e che si voleva occultare una volta per tutte. La teoria che propone quindi Tommasi è che in realtà il loro sterminio sia stato decretato perchè se avessero rivelato ciò che sapevano avrebbero fatto crollare letteralmente la Chiesa e la sua millenaria struttura.In realtà, poi, dall’esperienza templare nacquero nel corso dei secoli numerose società segrete, alcune delle quali, probabilmente, portarono avanti in segretezza il patrimonio culturale e di verità dei Templari, tramandato fino ai giorni nostri anche grazoe alla nascita della Massoneria nel periodo Illuminista del ‘700. Sovvertire l’ordine del mondo e cambiarlo in meglio era il loro obiettivo. E per arrivare a ciò ricordiamo che i circa ottocento Templari che vivevano in Italia si affidarono a colui che all’epoca (era il XIII secolo) veniva definito “Stupor Mundi”, cioè Federico II di Svevia. Il re normanno, che aveva la sua illuminata corte a Palermo, pare, non avesse particolari interessi nel partecipare alle Crociate, ma venne in qualche modo obbligato, senza poi ottenere grandi successi, da papà Urbano II. La costruzione di Casteldelmonte, il misterioso castello” federiciano” in Puglia, privo di vere e proprie funzioni di difesa ma costruito, architettonicamente, sulle sembianze di una “corona”, presuppone probabilmente la necessità di conservare un bene prezioso, preziosissimo. E chissà che le indagini di Tommasi, in futuro, non lo portino nuovamente sulle tracce dei Templari e di quel “Sacro Graal” che da sempre cattura la fantasia di lettori e semplici appassionati.
Uberto Tommasi, Secretum Templi, Dalmograf Editore, 2014, pag.304, € 22
Ernesto Kieffer
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