Prodotto da un singolo sviluppatore, Banished offre una peculiare esperienza sandbox sul tema della sopravvivenza
Il genere dei cosiddetti city-building games, fra i quali si annoverano serie di successo alla stregua della famosissima SimCity di Maxis o la storica Caesar di Sierra, rappresenta un peculiare filone strategico con radici saldamente ancorate alla piattaforma PC, sebbene il primo esperimento in tal senso, ovvero Utopia di Don Daglow, uscì nel lontano 1982 sulla Mattel Intellivision. E' indubbio che questa tipologia di giochi abbia conosciuto il periodo di massimo splendore a cavallo tra gli anni '90 e gli inizi del 2000 - culminato con la pubblicazione del bellissimo SimCity 4 - e solo di recente, dopo un lungo periodo di appannamento, è di nuovo tornata in auge grazie a Cities XL di Monte Cristo e soprattutto alla nuova iterazione di SimCity, nonostante il lancio disastroso e problematiche di varia natura tutt'oggi da rettificare. Il prodotto che analizzeremo nei prossimi paragrafi rientra a pieno titolo nella medesima sfera videoludica, pur presentandosi con sfumature originali ed un'affascinante storia alle spalle; Banished è stato infatti realizzato da un singolo sviluppatore, l'esperto Luke Hodorowicz, il quale, dopo 10 anni trascorsi presso Vicious Cycle Software, ha deciso di licenziarsi ed intraprendere la via del "solista" fondando Shining Rock Software. L'aspetto più curioso di questa vicenda è rappresentata dal fatto che l'opera, in principio, doveva essere un classico action-rpg a base di zombie, tuttavia dopo ben nove mesi di duro lavoro lo sviluppatore si accorse che qualcosa non funzionava, e così, spinto anche dal tema inflazionato, decise di sfruttare il codice prodotto per qualcosa di estremamente differente. Qui vi raccontiamo la conclusione di una appassionante avventura iniziata nell'estate del 2011.
Make love, not war
Banditi, esiliati, cacciati dalla propria madre patria con un carretto di provviste e la necessità di costruirsi una nuova vita, una nuova casa. Una nuova storia. Questo è l'affascinante incipit di Banished che, pur non affrontando le ragioni legate ad una siffatta, drammatica situazione, pone in mano al giocatore il destino di un gruppo di famiglie - variabile in base al livello di difficoltà - con bambini al seguito ed il desiderio di ricominciare daccapo.
Il nuovo percorso di vita, irto di ostacoli, va costruito con tanta buona volontà, col sacrificio e, soprattutto, sfruttando saggiamente la distesa di boschi, corsi d'acqua e foreste che si staglia innanzi agli occhi degli esuli all'inizio di ogni nuova campagna. Sono gli ingredienti di base per trasformare un incubo in una grande opportunità, e perché no, per far accarezzare al giocatore il sogno della terra deserta da colonizzare, della nuova comunità da fondare e plasmare, lontani dal giogo che attanaglia le società moderne. Il successo di serie come Lost e di programmi basati sul tema della sopravvivenza, del resto, risiede anche in questa componente di evasione, ed in Banished si può assaporare il gusto di costruire un villaggio, persino una città, sfruttando semplicemente il duro lavoro manuale e ciò che la natura mette a disposizione. Nel titolo di Luke Hodorowicz non esiste un obiettivo finale se non quello di far sopravvivere ed ampliare la propria comunità, sfidando solamente gli agenti atmosferici, lo scorrere del tempo, la carenza di cibo, le malattie e talvolta qualche disastro come incendi ed epidemie. In Banished non sono previsti eserciti, invasioni o qualunque altra cosa abbia a che fare col combattimento: c'è solo un paradiso terrestre da colonizzare ed il concetto di famiglia da sfamare e proteggere. "Fate l'amore, non la guerra", sembra suggerire ogni schermata, ogni suono che permea l'atmosfera di questa delicatissima e profonda opera. Sebbene il setting possa apparire quello medioevale, con qualche riferimento visivo ai villaggi in stile nordico presenti ad esempio in Skyrim, lo sviluppatore ha tenuto a precisare che si tratta di una impostazione di pura fantasia, ciò per favorire l'immedesimazione e superare alcune urgenze storiche, come la coltivazione di sementi non disponibili all'epoca. L'eccezionale tutorial, tra i migliori per chiarezza e completezza in questo genere di giochi, ci racconta che uno dei nemici più subdoli da contrastare è rappresentato dal gelo dei rigidi inverni, invitandoci così a costruire subito qualche casetta di legno e ad assegnare il ruolo di boscaiolo ad uno dei lavoratori. La disponibilità di legna da ardere nei caminetti, infatti, è uno degli elementi chiave per la sopravvivenza della nostra comunità. Per il sostentamento alimentare è invece possibile costruire postazioni da pesca e cabine da caccia, dedicarsi alla coltivazione dei campi, piantare alberi da frutta e via discorrendo, il tutto facendo ben attenzione a mantenere in equilibrio la produttività del nostro eden, con un occhio alla ecosostenibilità.
Un addetto alla piantagione di nuovi alberelli ed all'estirpazione di quelli anziani è indubbiamente utile in tal senso, così come un erborista dedito alla raccolta di bacche ed erbe, estremamente efficaci anche per la cura delle malattie. Un fabbro può altresì fornire strumenti più efficienti in grado di velocizzare il lavoro, mentre un acconciatore può trasformare le pelli derivanti da caccia e allevamenti in caldi abiti per affrontare al meglio le stagioni fredde. Il giocatore può spostare i lavoratori da una mansione all'altra in base alle esigenze più impellenti e senza preoccuparsi delle specializzazioni, facendo semplicemente di necessità virtù come si converrebbe in una situazione analoga. E' possibile inoltre costruire strade, ponticelli, scuole, ospedali, luoghi di culto, magazzini e tutta una serie di edifici, in legno o in pietra, al fine di migliorare l'efficienza generale, il benessere dei cittadini - rappresentato da cuori nell'apposito menù - e la loro felicità. Il cardine del sistema gestionale in Banished risiede nel fatto che esso ruota attorno alle risorse umane e non al denaro, come invece accade negli altri prodotti congeneri; ciò garantisce una comprensione decisamente migliore delle dinamiche in gioco e margini di manovra più intuitivi. Naturalmente i nostri cittadini si riproducono, ed i figli rappresentano il futuro per la comunità che stiamo costruendo; mantenerli fin quando anch'essi non potranno contribuire alla crescita è un'altra delle molteplici sfide che ci si parano innanzi in Banished. Troppe bocche da sfamare e poco cibo a disposizione, come potete immaginare, può avere infatti esiti catastrofici.
Banished - Trailer del gameplay
Delicati equilibri
Uno dei principali problemi in questo genere di giochi è spesso rappresentato da menù invasivi ed estremamente confusionari, tuttavia l'interfaccia di Banished, oltre a risultare gradevole, è sempre chiarissima e completa.
Ogni tabella e icona riporta esattamente le informazioni di cui si ha bisogno per gestire al meglio il proprio insediamento, inoltre una serie di messaggi - forse un poco intempestivi - ci avvisa sulle problematiche in atto, garantendoci il totale controllo della situazione. Certo, i delicati e fragili equilibri cui poggia l'impalcatura ludica possono crollare da un momento all'altro a causa di qualche parametro non valutato attentamente o ad una disgrazia improvvisa, ciò nonostante se si opera con oculatezza sin dapprincipio, con un occhio alla prevenzione, ottenere splendide e floride cittadine non è una missione impossibile (sebbene i fallimenti siano sempre dietro l'angolo). Il fatto che manchi un qualsivoglia obiettivo da portare a termine, al di là degli achivement presenti, toglie un poco di mordente sul lungo periodo e dopo aver "messo in sicurezza" il proprio insediamento, tuttavia la natura sandbox del titolo ed il variegato ventaglio di opzioni offrono sempre l'opportunità di migliorarsi ed approntare nuove strategie. Fra le altre cose, è ad esempio possibile costruire un punto di scambio commerciale ove barattare le proprie risorse con quelle dei mercanti che attraversano il fiume, rendendo così disponibile l'allevamento di nuove specie animali e la coltivazione di sementi migliori. Una dieta varia ed equilibrata, esattamente come nella realtà, è una delle chiavi per garantire felicità e benessere alla nostra comunità di esuli.
The Village
Durante gli oltre due anni necessari per lo sviluppo di Banished, buona parte del tempo è stata impiegata da Luke Hodorowicz per realizzare gli assets grafici ed audio, cui il programmatore ha dedicato la medesima cura riposta nell'interfaccia e nella componente strategico-gestionale del gioco.
Il risultato è un prodotto estremamente gradevole concentrato in un centinaio di Megabyte, le cui performance migliori sono percepibili impostando le DirectX 11 dall'apposito pannello delle opzioni video. Tra le altre, oltre alla classica risoluzione ed al vsync, è possibile impostare la qualità dell'antialiasing, il filtro anisotropico, l'incidenza dei riflessi, la qualità e la risoluzione delle ombre. Con la nostra configurazione di prova principale, in 1080p ed al massimo dei dettagli, il titolo risulta saldamente ancorato ai 60 fps, regalando scorci bucolici estremamente convincenti così come insediamenti urbani ricchi di dettagli. La sensazione è quella di trovarsi innanzi ad un delizioso diorama animato, con il fumo che sale dai caminetti ed una realizzazione degli agenti atmosferici - come neve e pioggia - assolutamente credibile. Buonissimi anche gli effetti sonori, in particolare quelli relativi al lavorio della comunità e quelli ambientali, che lo sviluppatore ha registrato facendo escursioni nei boschi vicino casa. Ottima la soundtrack, caratterizzata da temi delicati, piacevoli e che colgono appieno lo spirito dell'opera. Banished è attualmente disponibile nella sola lingua inglese, tuttavia la chiarezza delle informazioni e l'elementare linguaggio utilizzato rendono il prodotto fruibile anche per i non anglofoni. Una traduzione nel nostro idioma è comunque probabile, anche perché il titolo verrà fornito a breve di un mod kit che ne spingerà la diffusione nelle community.
Requisiti di Sistema PC
- Configurazione di Prova
- La redazione usa il Personal Computer ASUS CG8250
- Processore Intel Core i7 2600
- 8 GB di RAM
- Scheda video NVIDIA GeForce GTX 560 Ti
- Sistema operativo Windows 7
- Requisiti Minimi
- Processore 2 GHz Intel Dual Core
- 512 MB RAM
- Scheda video con 512 MB di memoria dedicata
- 250 MB di spazio su disco
Pro
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Atmosfera poetica
-
Interfaccia usabile e chiarissima
-
Tecnicamente curato
Contro
-
Non ha uno scopo preciso o un finale