Carissime amiche, eccoci ad un nuovo appuntamento con le nostre “Nuove penne”. Oggi incontriamo Laura Gay. Il suo racconto tratta due temi: i viaggi nel tempo e l’innocenza. Il primo un argomento che credo affascini ogni lettore, forse perché irrealizzabile nella vita reale e che invece sarebbe così divertente poter affrontare; non vi pare?;) La protagonista della nostra storia però compie un viaggio nel futuro, non per scoprire un mondo nuovo e sconosciuto, ma per sfuggire dalla sua vita che la rendeva infelice.Come vi dicevo però parliamo anche di innocenza. La ragazza venendo dal passato è abituata a mantenere una certa distanza dagli uomini, nel futuro invece si ritroverà a scoprire sentimenti e passioni che fino a quel momento non immaginava neanche di poter provare. Imparerà che cosa vuol dire essere attratti da un’altra persona e forse, forse non si limiterà solo alla teoria..;)
Maaaaaaa…. Come sempre, non vi dico altro..;) Vi lascio al piacere della lettura di questo nuovo racconto e non dimenticatevi di lasciare il vostro prezioso commento!;)
SereJaneVi ricordo inoltre che noi bloggerine siamo sempre alla caccia di nuove scrittrici in erba, quindi penna alla mano!! Non abbiate timore e inviateci i vostri raccontini! Siamo sempre felicissime di leggerli e di poterli condividere con le nostre amiche!;)
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Il fascino dell’innocenza di Laura GayAncora leggermente assonnata, Laura uscì nel corridoio, raggiunse la porta della cucina e la aprì. Rimase bloccata sulla soglia, il cuore che le batteva all’impazzata ed il viso in fiamme: Matteo era in piedi, ai fornelli, semi svestito. Avendo sentito i suoi passi, lui si voltò e le sorrise. – Buongiorno, dormigliona! Sto giusto preparando la colazione. Cosa prendi? Caffè, tè, succo di frutta?Si sentiva la bocca asciutta, mentre lo guardava muoversi per la stanza con passi felpati. Aveva i piedi nudi, notò, e un paio di vecchi jeans sbiaditi mettevano in evidenza le sue cosce muscolose. A parte i jeans, non indossava altro. Il suo sguardo saettò dai pettorali scolpiti, ai muscoli delle braccia e il rossore sulle sue guance si intensificò. Nella sua epoca gli uomini non erano soliti mettersi in mostra in quel modo. Nel futuro dovevano essere molto più disinvolti.Dopo aver tirato fuori dal frigo una bottiglia di latte, Matteo tornò a fissarla, la fronte leggermente aggrottata. – Be’, il topolino ti ha mangiato la lingua? Cosa desideri per colazione?Laura non si era ancora abituata al cibo che consumavano in quel tempo. In realtà, eranto troppe le cose a cui non si sarebbe mai abituata. Tuttavia, decise di ignorare il senso di disagio e ricambiò il sorriso. – Yogurt e frutta andranno bene, grazie.Matteo posò la bottiglia di latte sul tavolo e tornò verso il frigo per prendere una confezione di yogurt. Si muoveva in modo elegante e fluido. Laura non riusciva a staccargli gli occhi di dosso, sebbene fosse decisamente indecente. Si andò a sedere a tavola e attese che lui le porgesse lo yogurt. I loro sguardi si incrociarono per un istante. – La frutta è già in tavola, scegli quella che preferisci.Lei annuì e afferrò una mela, che cominciò a sbucciare lentamente. Doveva smettere di guardarlo! Si impose di far finta di nulla e cercò di intavolare una conversazione normale. – Non vai al lavoro, oggi?Matteo si sedette, a sua volta, e riportò lo sguardo su di lei. Aveva degli occhi incredibilmente azzurri, pensò Laura, addentando la mela.– Oggi è sabato. Il sabato lo studio legale in cui lavoro è chiuso. E tu?– Io, cosa?– Ancora non ti è tornata la memoria?Già. La memoria. La bugia che gli aveva raccontato la fece vergognare. Ma come poteva dirgli di venire dal passato? Di aver attraversato un varco nel tempo, per sfuggire a un triste destino? Era molto più facile recitare la parte della smemorata. – Purtroppo no – sospirò. – Mi dispiace, non voglio abusare della tua gentilezza. So che hai deciso di ospitarmi in casa tua perché non ho un posto dove andare, tuttavia…– Di questo non ti devi preoccupare, Laura. In fondo, è anche colpa mia quel che ti è capitato. Sono io che ti ho investita con l’auto ed è giusto che mi senta responsabile.Le sue parole aumentarono il suo disagio. Quando aveva imparato a mentire con una tale facilità? E proprio a Matteo che si stava prendendo cura di lei in quel modo?Lo osservò di sbieco, mentre si versava del caffè e si portava la tazzina alle labbra. Aveva labbra carnose, sensuali. Oh, no! I suoi pensieri stavano andando ancora in quella direzione. Cosa le stava succedendo? Non si era mai sentita così attratta da un uomo, prima d’ora.Per fortuna lui si alzò di scatto, liberandola da quella situazione imbarazzante.– Vado a farmi una doccia. Più tardi potremmo andare a fare un po’ di shopping. Che ne pensi?– Shopping? – un’altra parola che le risultava sconosciuta. Ma come parlavano nel futuro? A volte sembrava una lingua del tutto diversa dalla sua!Matteo sorrise di nuovo. Un sorriso magnetico, disarmante. – Hai bisogno di vestiti nuovi, signorina. Quelli che hai preso in prestito non vanno affatto bene per una ragazza della tua età.– Oh, ma non è necessario… Ma lui ignorò le sue proteste. Un attimo dopo era fuori dalla stanza e lei in preda ai suoi rimorsi.Quando uscì dalla doccia, Matteo si sentì rigenerato. Aveva trascorso l’intera notte a girarsi e rigirarsi nel letto: quella ragazza lo confondeva! A volte, si comportava in modo strano e lui non riusciva a capire cosa le passasse per la testa. Come poco prima, quando l’aveva guardato con quell’aria scandalizzata, arrossendo come una collegiale. Come se non avesse mai visto un uomo a torso nudo! Diamine, aveva 20 anni! Doveva pur aver avuto le sue esperienze! Eppure, talvolta aveva l’impressione di avere davanti una bimba innocente e, doveva ammetterlo, quel pensiero lo intrigava. Lui, noto tombeur des femmes, si sentiva irresistibilmente attratto da una ragazzina con l’aria da verginella! Se lo avessero saputo i suoi amici, si sarebbe rovinato la reputazione.Dopo essersi asciugato, si mise un asciugamano attorno ai fianchi e si diresse verso la sua stanza. Aprì la porta e scivolò all’interno, fischiettando. Quasi non restò spiazzato quando si ritrovò a fissare Laura, impegnata a rifargli il letto. Sapeva che cercava di rendersi utile, dedicandosi alle faccende domestiche. Nonostante le avesse spiegato che c’era una donna pagata profumatamente per quello, non aveva voluto sentir ragioni: puliva, riordinava e cucinava per lui, come una devota mogliettina. Quel pensiero gli strappò un sorriso, mentre richiudeva la porta alle sue spalle.– Mi dispiace interromperti, ma dovrei vestirmi, se non ti spiace.La vide trasalire e arrossire di nuovo, mentre il suo sguardo vagava su di lui con un’espressione di puro terrore. – Hai paura di me? – Le parole gli uscirono spontanee.Lei si umettò le labbra. – No, certo che no!– Dovresti averne – avanzò nella sua direzione, con passi indolenti. Laura se ne stava lì, immobile, con le guance arrossate e un’espressione terribilmente vulnerabile e seducente. Aveva voglia… no, aveva bisogno di toccarla, di saggiare la dolcezza delle sue labbra e scoprire se era davvero così innocente. Affondò le mani nei suoi capelli e si impossessò della sua bocca, cogliendola di sorpresa. Dapprima la sfiorò dolcemente, per non spaventarla. Ma, quando la sentì rilassarsi contro di lui, l’intensità del bacio cambiò. Divenne qualcosa di diverso.Cazzo. Era da tempo immemorabile che non si sentiva così turbato per un bacio! Lei era così calda e dolce, come una cucchiaiata di miele. Gli ricordava Elisa, la sua fidanzatina dei tempi del liceo: fragile, delicata e ancora illibata. E pur tuttavia era diversa da lei. Laura aveva il potere di incendiargli i sensi come nessun’altra, con la sua inesperienza. Sì, perché era evidente che fosse inesperta. Mentre muoveva la lingua sulle sue labbra, invitandola a dischiuderle per approfondire il bacio, percepì il suo stupore. Era chiaro che non era mai stata baciata. Matteo si sentì colmare da un’improvvisa tenerezza. Si staccò col fiato corto e tornò a baciarla ancora, mordicchiandole il labbro inferiore. Non riusciva a fermarsi. Quello che era cominciato come un gioco era diventato qualcosa di più. La piccola scintilla si era trasformata in un incendio in piena regola.
Laura Gay