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IL FASCINO DI UN WEEK END (l'eroe buono non va più di moda)

Da Mammapiky @mammapiky

IL FASCINO DI UN WEEK END (l'eroe buono non va più di moda) L'inizio dell'estate ci aveva visto ideatori e protagonisti di un week end fuori luogo, andato decisamente storto e che ci ha reso parenti stretti di un burattino di legno. Presi dall'enfasi, avevamo fatto una promessa e non l’avevamo mantenuta, il maialino tanto atteso non si era presentato e la delusione di Cestino, per l'appuntamento mancato, era palese. Una serie di eventi infausti ci aveva remato contro e noi sentivamo di dover, in qualche modo, rimediare. Il concetto di Parco dei Divertimenti, lui l’aveva piuttosto chiaro in testa, e ancor più chiara era la sua voglia di andare, il problema era trovare il coraggio per provarci una seconda volta. Alla fine abbiamo rischiato e un giorno di questo week end di mare l'abbiamo passato qui
Il Parco esiste da diversi anni, e tanto per rendere un'idea io ne ero un'assidua frequentatrice, quindi, alla voglia di rivederlo per ricordare, ho mischiato la paura di ritrovarlo tale e quale, mentre mi ha sorpreso. Tutto molto curato e a loro misura, perfetto per bambini dell'età di Cestino perché ogni attrazione è alla loro portata e tutto è facilmente accessibile. Castelli, trenini, labirinti e gallerie, la ricostruzione in scala delle favole più belle e spettacoli da lasciarli a bocca aperta. Carini anche i punti ristoro e diverse le aree da pic nic. In più noi abbiamo goduto della scarsa affluenza che da la bassa stagione e questo ha reso tutto una piacevole passeggiata. Osservarlo stupito a ogni angolo, era gioia pura, vederlo ridere (non sorridere), la gratificazione vera, lasciarlo libero di provare, una leggerezza e tutto con la complicità della Piccola Urlatrice, solidale con il fratello, che ha limitato (per quanto possibile) l’insofferenza per una giornata passata in carrozzina.
Per noi la meta di tutto ciò era pareggiare i conti e la tappa più ambita era la Baia di Peter Pan, eroe indiscusso di casa Piky. Vederlo a grandezza naturale gli ha dato la conferma che non esiste solo nei sogni o in un cartone alla TV e che i bimbi sperduti sono molto simili a lui. Stupore puro, però... però... primo pomeriggio di quell'assolata giornata, al padiglione spettacoli, le luci si sono abbassate. la musica ha alzato il volume, le mani hanno iniziato ad applaudire le grida si sono moltiplicate...
"Sono o non sono il Capitano Uncino, e allora quando vi chiamo, correte tutti da me e fate presto perché chi arriva tardi lo sbrano... “. Esce lui, vestito di tutto punto, con cappello e stivali, agita la spada e mostra il suo uncino sinistro. E' il delirio e quel bambino vestito di verde con berretto e pantofole ai piedi, è rimasto lassù sul tetto di una casa, solo ed al buio. Luci, occhi e sorrisi sono tutti per il Capitano, che nella battaglia finale perde sempre (com’è giusto che sia) ma che, nei cuori, ha distanziato, e di tanto, l'eroe buono. Io con gli ormoni post parto, che stanno facendo di me carne da macello, ho brividi d'emozione per lui mentre mi mancano aggettivi appropriati per descrivere il suo viso. Non lo sento, ma so che il suo cuore sta battendo all'impazzata ed al momento della foto, lo vedo agganciare l'uncino che si è portato da casa mentre se lo guarda “brutto" come solo un vero pirata sa fare e quando, a spettacolo finito, ci è corso incontro gridando "Capitan Uncino mi ha salutato" io sarei andata a chiedergli l'autografo. Ho guardato il Principe ed abbiamo riso forte: consapevoli oramai di aver pareggiato i conti e con la certezza che Il Buono non va più di moda mentre Il Cattivo piace sempre!    

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