L'errore è stato ripetere, sulla riforma del Senato, "tanto la miglioriamo dopo", ovvero rimandare il problema al dopo, facendo passare le letture.
Ora è troppo tardi, avere fatto il gioco di Renzi e il non aver votato ieri sera all'assemblea Pd vi fa pure perdere la faccia.
Perché mette tutte le bugie del primo ministro in secondo piano: le finte mediazione (mai state), noi non accettiamo diktat (la minoranza ha sempre chiesto l'elettività e basta), sono riforme attese da 20 anni (alle primarie Renzi diceva basta ai nominati in Parlamento)...
Il messaggio che passa dal governo e viene fatto rimbalzare dai media funziona: noi facciamo le riforme che fanno svoltare il paese e la minoranza PD sa dire solo di no.Il ribaltamento della realtà, quella dei numeri sparati un po' a casaccio, del nascondere i problemi sotto lo zerbino.
Sul jobs act ha già raccontato tutto Presa diretta domenica: il far west dei call center, i furbetti degli sgravi fiscali, i disoccupati tra i giovani che non diminuiscono.
E la minoranza, in questa fase, è totalmente ininfluente: Renzi ha già i numeri dai senatori verdiniani e berlusconiani.
Il si di Bersani serve solo a salvare la faccia, ancora presto per il partito della nazione.
Il messaggio a Grasso invece non va fatto passare sotto silenzio, per i toni e per le parole usate: il presidente del Consiglio non convoca né Camera né Senato, e non si deve permettere di fare alcuna pressione.
Il fatto inedito non è che la seconda carica dello Stato chieda una votazione su un riforma già passata in doppia lettura.Il fatto inedito è che si cambi a colpi di maggioranza la costituzione.
L'assetto dello Stato, la concentrazione dei poteri.. No, forse non è un fatto inedito.
E' qualcosa di già visto.