Mood Indigo – La schiuma dei giorni (Francia, Belgio 2013) Titolo originale: L’écume des jours Regia: Michel Gondry Sceneggiatura: Michel Gondry, Luc Bossi Ispirato al romanzo: La schiuma dei giorni di Boris Vian Cast: Romain Duris, Audrey Tautou, Omar Sy, Gad Elmaleh, Aïssa Maïga, Charlotte Lebon, Michel Gondry, Philippe Torreton, Natacha Régnier, Kid Creole Genere: fuori Se ti piace guarda anche: Wrong, L’arte del sogno, Holy Motors, Il favoloso mondo di Amélie
Sono pazzi questi francesi. Guardi una pellicola come Wrong di Quentin Dupieux, o un qualsiasi film o video di Michel Gondry e pensi che questi stanno tutto il giorno sotto la Tour Eiffel a bere assenzio. Probabilmente vivono davvero così. Probabilmente viveva così anche Boris Vian, lo scrittore autore del libro La schiuma dei giorni (L’écume des jours) che non ho letto e che fino a qualche giorno fa nemmeno conoscevo, come i miei attenti lettori mi hanno subito fatto notare. In attesa di recuperarlo, mi è quindi impossibile stabilire quanto ci sia del lavoro di Vian dentro questo film. Quel che so per certo è che questo è un Gondry al 100%. Gli ipogondryaci sono avvertiti.
Michel Gondry vestito per casa.
Se anche questo film non fosse autografato, come un quadro anonimo, sarebbe semplice risalire al suo Autore. Come ne L’arte del sogno, ancor più che ne L’arte del sogno, Gondry è tornato a controllare ogni aspetto della sua Opera, dimenticando la sbandata commerciale, comunque nemmeno troppo malvagia, di The Green Hornet. Il talentuoso regista francese ha così preso la visione di Vian, l’ha inserita dentro il suo mondo e l’ha fatta sua. O almeno così sembra.Cosa potete trovare quindi in Mood Indigo – La schiuma dei giorni? Tutto il favoloso mondo di Gondry. Ci sono le invenzioni grafiche che fanno strabuzzare gli occhi, come i piatti in movimento, che rimandano alle animazioni pazzesche di alcuni suoi vecchi videoclip come “Human Behaviour” di Bjork e “Fell in Love with a Girl” dei White Stripes, così come alle magie visive di “Let Forever Be” dei Chemical Brothers e “Like a Rolling Stone” versione Rolling Stones. Ci sono gli animali umanizzati, o se lo considerate meno razzista possiamo definirli umani animalizzati, come nel capolavoro “Army of Me” di Bjork, nettamente uno dei miei videoclip musicali preferiti di sempre. Ci sono le inquadrature dei palazzi dall’esterno versione Hitchcock ancora più guardone come in “Protection” dei Massive Attack. C’è un pianoforte che trasforma le note in alcool, così come nel coreografico video di “Around the World” dei Daft Punk ogni “ballerino” presente rappresentava un differente strumento usato nella canzone.
Gondry si sposta solo con Trenitalia.
C’è il colore vivo della prima parte del film che poco a poco si spegne, si ingrigisce, fino a trasformarsi in un completo bianco e nero, come se ci trovassimo in un Pleasantville (lavoro questo di Gary Ross, non di Gondry) al contrario. Un b/n che rimanda ad altri suoi lavori come la clip di “Isobel” di Bjork e il geniale spot firmato per la Levi’s, così come l’alternarsi tra colore e bianco e nero il Gondry l’aveva già sperimentato con lo spettacolare “Everlong” dei Foo Fighters e l’enorme “Bachelorette” ancora di Bjork, in cui tra l’altro si gioca in maniera simile con la metanarrazione. C’è la predilezione di Gondry per il treno, che svolgeva un ruolo cardine in Se mi lasci ti cancello e già mezzo protagonista nei video “Star Guitar” dei Chemical Brothers e in “Knives Out” dei Radiohead. Proprio in quest’ultimo compariva un Thom Yorke versione topo e pure qui in La schiuma dei giorni rieccolo, non Thom Yorke, ma comunque un topolino umanizzato."Dici che dovremmo vendere il brevetto a Marchionne?"
"Si attacchino gli italiani. Cediamolo alla Peugeot o alla Renault o alla Citroen."
"Solo perché siamo francesi, non dobbiamo per forza fare un ménage à trois."
"Ahahaah."
"Eh no, che te ridi, quasi amico? Giù le mani da Amelie."
Mood Indigo non è allora una pellicola facile, per niente, e non è nemmeno una pellicola perfetta. Non tutto funziona benissimo, la parte drammatica conclusiva è un filo meno riuscita rispetto alla magnifica leggerezza comedy del primo tempo, e nelle due ore e passa c’è il forte rischio di perdersi, noi spettatori così come forse pure lo stesso Gondry. Eppure nella sua straripante, pure troppo, creatività, Gondry ci regala varie pagine di poesia cinematografica, come nel sognante primo appuntamento dei protagonisti, o come ATTENZIONE SPOILER nel loro particolarissimo matrimonio o nella loro luna di miele FINE SPOILER.
"Rosica, Belen, rosica. Non avrai mai un matrimonio spettacolare quanto il nostro."
Oltre che ai suoi videoclip del passato, la complessità del film rimanda a Synecdoche, New York, il film d’esordio alla regia del suo amichetto e collaboratore Charlie Kaufman. Segno che a entrambi l’ambizione e la creatività certo non mancano. A volte, sembra abbiano persino troppe idee per una pellicola sola ed è il caso di questo Mood Indigo, che può essere visto come un capolavoro mancato, o come uno splendido film non del tutto riuscito. Può essere visto come una creatura più frutto della mente di Vian o più di quella di Gondry o come la folle somma di tutti e due. Due spotless minds, ma più che altro due crazy beautiful minds. Adesso basta scrivere. Vado a saltare sui letti e, soprattutto, a ballare lo sbircia sbircia. (voto 7,5/10)