Magazine Pari Opportunità

il femminicidio non esiste

Da Marypinagiuliaalessiafabiana

Insomma, secondo il FattoQuotidiano, già conosciuto per i deliri misogini di Massimo Fini, il femminicidio non esiste. Insomma, tutte le #101 donne morte fino ad oggi sono solo frutto di fantasia.

Il FattoQuotidiano qualche mese fa crea la rubrica “Donne di Fatto” per parlare di tematiche femminili. Com’è che ogni tanto appaiono articoli che vanno a disinformare e creare un pericoloso fenomeno di negazione della condizione alla quale le donne vivono in Italia?
Adriano Mazzola, il giornalista che ha scritto l’articolo, ieri ci fa sapere che (articolo QUI) :

“[..]L’occasione [quella del barbaro massacro ai danni di Carmela Petrucci e della sorella viva per miracolo ndr] però è stata sovrana per avviare l’ennesima campagna a tutela delle donne, dinanzi al cosiddetto “femminicidio”, invocando così in Italia in danno della donna uno stato di: incivile soggezione, sopraffazione cruenta, violenza inaudita e perpetua, grave disparità di trattamento, terrore psicologico e fisico (un Paese pieno di stalker, mobber o quanto meno di feroci egemoni maschi). Ma è proprio così la realtà? Non mi pare proprio e i numeri lo smentiscono.

Premetto subito che avverso qualsivoglia forma di -ismo, incluso il maschilismo e il femminismo, che fanno rima con fanatismo. Odio dunque tanto la misoginia quanto la misandria (fenomeno ben crescente se si vuole guardare in faccia la realtà) e mi oppongo a qualsivoglia forma di sopraffazione del più debole. Premetto che faccio parte di una Commissione Pari opportunità rilevante ma che non distinguo tra maschi e femmine, quanto tra soggetti deboli e soggetti forti, dunque indistintamente dal sesso.Premesso ciò ho la forte sensazione che siamo dinanzi all’ennesima campagna di grave disinformazione tanto cara ai mass media che in un crescendo simil spazzatura tendono a gonfiare una notizia, attribuendo veridicità sol perché lo scrivono, tuttavia non corrispondente alla realtà. Si vuole allarmare l’opinione pubblica per la necessità di alimentare un dibattito (ergo le vendite) pur dinanzi a un fenomeno inesistente. Come dimostrerò tra poco”.

Insomma non solo il femminicidio non esiste ma non è necessario avviare una campagna a tutela delle donne poiché sarebbe strumentalizzazione frutto del fanatismo femminista. Dunque sempre secondo il giornalista sarebbe invece la misandria un fenomeno in crescita. Basterebbe una campagna a tutela contro la violenza sulle donne, secondo Mazzola, a far scattare il cosidetto fenomeno della misandria.
Basti vedere che Mazzola paragona la campagna a tutela delle donne con le campagne razziste del Pdl per capire cosa intendeva. Insomma, come la politica del PDL ha destabilizzato la società civile, denunciare la violenza sulle donne destabilizzerebbe la condizione maschile, favorendo alle donne privilegi e sottraendo agli uomini il diritto ad essere padri. Quindi che fare? trattarla ancora come fosse una questione privata? una questione individuale? Intanto oggi un’altra donna rischiava di essere ammazzata, sarà mica un’altra casualità?

Ecco qua il pezzo:

“Ora l’allarme lanciato è che si vive in un Paese nel quale le donne sono costantemente uccise, violentate, sopraffatte da uomini barbari e gretti i quali vogliono esercitare poteri primordiali sulle donne, trattandole come oggetti. Questa grave insinuazione poi genera mostri, tra cui mi (s)piace ripeterlo, alimenta una cultura sessista del diritto di famiglia, perpetrata da una giurisprudenza retrograda e non paritaria (tanto per le scelte economiche quanto per l’affidamento dei figli, dove le donne sono dipinte tutte come soggetti deboli, caste e pure)”.

Insomma, bisogna negare e far finta che la violenza sulle donne non esista, perché denunciare scatenerebbe una guerra tra i sessi (come se non avvenisse già nelle case). Non contento sguinzaglia i dati evidenziando in grassetto che in Italia si uccidono meno donne rispetto ad altri Paesi (peccato per lui che l’Onu ha denunciato che l’Italia ha il più alto tasso di femminicidi in Europa). Insomma dobbiamo stare tranquille perchè non veniamo uccise abbastanza e il nostro Paese gode di ottima parità tra uomo e donna. In conclusione, in Italia è vietato parlare di violenza contro le donne, qui in Italia come mai in nessun Paese, vige il silenzio degli uomini (non tutti ma tanti!) da ogni sorta di dialogo, tipico di un sistema ancora fortemente patriarcale, basato sulla cultura della negazione.  Ricordiamoci che questo atteggiamento è pericoloso perché legittima la violenza sulle donne, poiché  è proprio dalla cultura della negazione che si nutre il femminicidio.

Analizzare la cultura della negazione è necessario per arrivare a cercare le cause del silenzio del nostro Governo (quasi tutto composto da uomini) circa un tema importante come la violenza sulle donne e il femminicidio, tema che hanno trattato invece molti paesi attraverso dibattiti, leggi adeguate, programmi di prevenzioni e la Convenzione di Istanbul che l’Italia non ha firmato. Iniziamo a fare i conti con questi fattori, perché qui ci sono in mezzo donne che ogni giorno stanno pagando con la loro vita. Non smettiamo di indignarci perché è grave che la politica e il sistema mediatico continuino a negare che esiste questo problema, che fa di noi purtroppo un paese ancora incivile, ma doppiamente incivile se fai finta che non esiste, perché vuol dire che stai   negando i diritti alle donne, relegando le donne ad invisibilità, a solitudine, condannandoci a dover subire ancora violenza perché inascoltate.



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